Presidente della Fipe Donne (Associazione italiana pubblici esercizi), leader del settore della ristorazione, intrattenimento e turismo con un milione di addetti, 46mld €, membro di Confcommercio. Classe '77, laureata in sociologia della comunicazione e dei mass media alla Sapienza di Roma, Valentina Picca Bianchi (1), dopo aver vissuto una esperienza lavorativa in Telecom Italia, decide di creare la sua azienda di catering ed organizzazione di eventi, la Whitericevimenti (2). Un format di successo, dal 2010 un perfetto connubio tra food e ospitalità con attività dal Lazio, alla Toscana e alla Puglia. Sposata e madre di due bimbi, incarna perfettamente l’imprenditrice in prima linea (3) che riesce a conciliare attività imprenditoriale e famiglia.
Quando ha capito che il mondo del "catering" sarebbe stato il centro della sua vita professionale?
Se il mondo del food mi ha sempre affascinata, per quello degli eventi, del design e della bellezza è stata una passione travolgente. A 26 anni, guidata da ambizione e creatività, ho trasformato una tenuta di proprietà della famiglia in una location per eventi. Dopo soli tre anni, nel 2010, ho fondato la Whitericevimenti, oggi tra i brand più rappresentativi e di tendenza nel settore del catering, banqueting e luxury events in Italia. Non sono mancati momenti difficili ma non si può rimanere paralizzati dalla paura: occorre riprendere l’equilibrio e continuare a camminare imparando dalle esperienze passate.
Nulla si ottiene per caso, in quanto donna... ha combattuto tanto per affermarsi?
Il coraggio è stato la spinta di tutto. Se non si è coraggiosi, non si può realizzare qualcosa, restando inevitabilmente fermi. Il coraggio è parte della crescita di un individuo tanto quanto lo è di un’azienda e, come per un bambino che impara a camminare, dopo una caduta ci si deve rialzare. Dove sarebbe l’esperienza se mettessimo le ginocchiere e avessimo troppo terrore per fare anche un solo passo? Per raggiungere gli obiettivi desiderati, mi ha aiutato molto anche la curiosità. C'è un intero mondo lì fuori ed è troppo variegato ed affascinante per non essere esplorato.
E' indubbio che il Covid sia un "fardello" oltre che un freno per tutte/i, come lo sta affrontando tra famiglia e lavoro?
ll Covid mi ha permesso di capire che il fulcro fondamentale della vita di ognuno è la famiglia. Nel mio caso la famiglia è stata un'ancora: mi ha sostenuto e mi sostiene molto. Mio marito e i miei due figli di 16 e di 7 anni mi danno forza e serenità ogni giorno. I miei figli sono il futuro, il mio orizzonte. Per quanto riguarda l’attività imprenditoriale, abbiamo dovuto rivedere tutta l’organizzazione aziendale. Personalmente ho approfittato del lockdown per sviluppare relazioni nuove, creare legami tra colleghi/competitor e rafforzare i rapporti preesistenti. Ho potuto osservare me stessa e generare una nuova prospettiva futura, scoprendo la forza che proviene dall’unione e dall'audacia.
La sua personale "meditazione" per quando stacca dagli impegni quotidiani?
I ritmi della nostra vita sono frenetici, ma il mio lavoro rende sempre tutto un’emozione, una scoperta. Ciascuno di noi ha impegni da cui non può sfuggire, come la scuola, la gestione dei figli o il lavoro. La routine su di me, malata di controllo, ha l’effetto di rendere tutto organizzato e inquadrato: mi sveglio che so già cosa mi aspetta e quali compiti dovrò svolgere durante la giornata; cosi anche le azioni che compio ogni giorno, come lavarmi i denti o farmi un bagno rilassante, entrano nella lista delle “cose da fare” e le vivo quasi come doveri anziché come attenzioni da dedicare con piacere a me stessa.
Ci sono alcuni periodi più faticosi e stressanti di altri, in cui mi rendo conto di diventare succube della mia quotidianità. Per questo motivo, di tanto in tanto, preferisco fuoriuscire dagli schermi alienanti della routine, cercando di intervallarla a qualcosa di nuovo che mi permetta di rivalutare la bellezza di vivere. Solo così si può recuperare la voglia di fare. Ciascuno di noi deve trovare il proprio modo di estraniarsi ogni tanto, andando in palestra, coltivando una passione, stando con gli amici o uscendo di casa. Personalmente, il modo che preferisco per svagarmi è dipingere su tela. Ogni nuovo dipinto è un’esperienza, un’ottima occasione per evadere e guardare le cose da un diverso punto di vista. Adoro dipingere volti di donne. Penso che dipingere sia innanzitutto un percorso mentale: il quadro si forma prima nella mente, poi una volta che le immagini si materializzano sulla tela, ecco il miracolo. Dipingere è una sorta di meditazione che nasce dal nostro pensiero profondo. È quando mi metto in gioco con una tela bianca, imparo, sbaglio, scopro ed esco dalla mia zona comfort è proprio li che ho l’opportunità di riscoprirmi e di migliorarmi. Staccare la spina serve a recuperare la grinta e ritornare poi sempre con il sorriso sugli obbiettivi e su i risultati che ci siamo prefissati.
Kamala Harris, la nuova vicepresidente degli Stati Uniti, una svolta epocale? Cosa ne pensa?
Kamala Harris è entrata nella storia: dopo oltre due secoli di politica americana dominata da uomini bianchi, nelle posizioni di comando è arrivata la prima vicepresidente donna afroamericana. Un deciso cambio di passo e un segnale di ascesa delle donne che ci dice che le cose possono accadere e non dobbiamo arrenderci mai se vogliamo realizzare i nostri sogni.
Un consiglio alle giovani donne che "lottano" per essere riconosciute nel proprio settore?
Premesso che ci vorrà almeno un secolo per superare il gender gap, mai smettere di sognare: è fondamentale per realizzarsi, con coraggio e determinazione. È importante non fermarsi e non smettere di credere nelle proprie potenzialità. Sappiamo bene che nel mondo un uomo su due sa di avere più possibilità lavorative di una donna. Qualche volta non si tratta neppure di pressione sociale ma di semplici retaggi e tabù duri a morire. Una delle conseguenze del gender gap è anche il cosiddetto “glass ceiling”, ossia l’impossibilità per le donne di fare carriera e giungere a posizioni apicali. Qualcosa però sta cambiando e lo vediamo anche nel nostro Paese con le nuove nomine; due nomi per tutti: Maria Luisa Pellizzari, Vice capo Polizia di stato e Antonella Polimeni, Rettore dall'Università “La Sapienza” e potrei continuare ancora.