Il Tuber Magnatum Pico, ovvero il Tartufo bianco (1) pregiato italiano è da sempre il più raro e costoso, arrivando - nelle aste che si tengono ogni anno ad Alba - a raggiungere i 50.000 € all'etto! Viene raccolto esclusivamente in ambiente boschivo in alcune zone italiane e nei Balcani. La domanda è sempre enormemente inferiore alla richiesta sul mercato globale. Ma questo problema è destinato ad esaurirsi col tempo, in quanto dopo 9 anni il centro di ricerca francese Inrae e i vivai Robin, leader anche nella coltivazione del tartufo nero, sono riusciti per la prima volta a realizzare le prime piantagioni per il tartufo bianco (2). Utilizzando piantine preventivamente micorizzate con Tuber Magnatum. I risultati scientifici di questo lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Mycorrhiza. Ogni pianta, prima di essere commercializzata, viene singolarmente controllata da esperti dell'INRAE, che verificano la presenza del tartufo analizzando la morfologia radicale ed effettuando analisi del DNA (3). In un programma di ricerca congiunto INRAE/vivai ROBIN, sono state studiate cinque piantagioni francesi. Il primo importante risultato ottenuto è stata la dimostrazione della persistenza nel suolo del micelio di T. magnatum tre ad otto anni dopo la messa a dimora delle piantine micorrizate in quattro piantagioni, situate in regioni francesi con diversa collocazione geografica e caratterizzate da climi differenti (Rhône-Alpes, Bourgogne Franche Comté e Nouvelle Aquitaine). Il risultato principale di questo lavoro è stata poi la raccolta, nella piantagione della Nouvelle-Aquitaine, di tre tartufi bianchi pregiati nel 2019 e di quattro tartufi bianchi pregiati nel 2020. Si tratta dei primi tartufi bianchi pregiati raccolti in una piantagione situata al di fuori dell'areale geografico naturale di questa specie. Negli ultimi anni la coltivazione del tartufo (principalmente il nero pregiato) ha subito un incremento notevole a livello mondiale. Essa si sta sviluppando anche in molte regioni d'Italia, permettendo inoltre agli agricoltori di diversificare le colture nel rispetto dell'ambiente. Si tratta infatti di una coltura agro-ecologica che non richiede l'utilizzo di prodotti chimici e che promuove la biodiversità. I risultati di questo studio aprono la strada alla coltivazione di T. magnatum al di fuori della sua area di distribuzione naturale, a condizione che piante micorrizate di alta qualità vengano messe a dimora in terreni adatti e che venga applicata un'appropriata gestione della piantagione. Questa prima mondiale è stata accolta con entusiasmo da Joël Giraud, segretario di Stato per gli affari rurali: "In veste di ex-deputato delle Hautes-Alpes e membro del governo incaricato della difesa dei territori rurali, ci tenevo a complimentarmi per questa prima mondiale. È una perfetta illustrazione della capacità di innovazione delle zone rurali, che il governo sostiene e incoraggia." I tartufi sono funghi che vivono in stretta associazione con gli alberi (simbiosi micorrizica), un'interazione nella quale ognuno dei due partner trae beneficio. Il fungo infatti assorbe dal suolo minerali essenziali per l'albero, che in cambio fornisce al fungo gli zuccheri derivanti dal processo fotosintetico. Ci sono 180 specie di tartufi nel mondo, ma solo alcune di esse presentano un interesse gastronomico ed economico. I più conosciuti sono il tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum Vittad), il tartufo estivo o autunnale (Tuber aestivum Vittad) ed il tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Vittad). I Tartufi bianchi usati per la micorizzazione provengono dal centro Italia, zona particolarmente vocata.
Tartufo bianco a portata di tutte le tasche (4)? È quello che i buongustai di tutto il mondo sperano... Come da loro torto?