In un’epoca dove la velocità è tutto e il tempo è sempre più prezioso, c’è forse di meglio di un buon sugo pronto? Di gusto, certo e sopratutto di qualità. E dall’elevato valore intrinseco di servizio, ci sentiamo di aggiungere: si apre il barattolo, si versa il sugo nel pentolino per riscaldarlo e poi si serve con il formato di pasta preferito (fare un vero ragù, purtroppo, implica molte ore di cottura). La soluzione giusta per chi, come tutti ormai, tra lavoro, figli e impegni vari, ha poche ore da dedicare alla cucina.
Ma c’è un ma. Deve trattarsi di un prodotto d’eccellenza, con ingredienti certificati e declinato in ricette varie che invitino alla diversificazione ai fornelli per gratificare tutti, restituendo autenticità nel piatto.
Molti degli atout elencati, li abbiamo riscontrati in un progetto appena nato in quel di Toscana, provato in occasione dell’ultimo Pitti Taste a Firenze (1). Stiamo parlando dei sughi di GiòeGiuà (2), “figli” di ricette di casa, non privi di segreti, dello storico Salumificio GiòeGiuà, le cui origini risalgono al 1700, a Pontassieve, in provincia di Firenze. 7 sughi, uno per ogni giorno della settimana (3) che esplorano la tradizione toscana e campana, proposti al mercato dopo ben 2 anni di ricerca e studio. Fautrici della golosa linea di condimento, le sorelle Antonella e Alessandra Gerini, sesta generazione del salumificio fiorentino che, proprio nel 2020, entrano in possesso di alcune ricette familiari, frutto di un reciproco scambio epistolare – di segreti del mestiere e consigli amichevoli – fra il macellaio fiorentino Giovanni (Giò) Gerini e l'amico campano Giovanni Fiorillo (Giuà), lavoratore nel mondo della carne e custode della tradizione napoletana. Di comune accordo, le sorelle Gerini insieme a Tonino (nipote di Fiorillo) decidono di portare alla luce queste antiche ricette (4), inno della fiorentinità mista a napoletanità. Il resto è una bella storia al palato che parla di suggestioni antiche rivedute, grazie all’innovativo processo produttivo, per essere riprodotte senza l’uso di conservanti e di aromi artificiali, proprio come avviene nelle pentole dei cuochi di casa dove, in questo caso, la carne usata è solo quella della Selezione Premium Gerini. L’olio extravergine d’oliva è toscano, delle Colline di Reggello.
Il Ragù Napoletano, A’ Salsaforte, La Genovese Napoletana, Il Ragù Toscano, La Sciuè Sciuè del Vesuvio, La Puttanesca coll’Aglione e Il Sugo Finto, questi ultimi tre a base di verdure.
I pomodori sono solo San Marzano DOP e Piennolo del Vesuvio DOP (5) raccolti a mano quando sono al culmine della loro maturazione tra Acerra e San Sebastiano, alle pendici del Vesuvio. Fra gli ingredienti troviamo altri prodotti del territorio come l’aglione della Valdichiana e la cipolla di Montoro.
Non è più un "tabù”, quindi, dichiarare che il piatto è stato cucinato con un sugo in barattolo. Anzi, i più appassionati possono portare il loro contributo interpretando la ricetta, seguendo i consigli di GiòeGiuà riportati in etichetta o elaborandoli con la personale fantasia.
Questa è l'innovazione che ci piace...
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