Segnate le date sul calendario, il 6 e 7 ottobre a San Gavino Monreale (SU), Carlo Nesler (1) terrà un workshop sui cibi probiotici (2), un vero e proprio laboratorio di formazione sull'alimentazione sana ed ecologica, con particolare riferimento alle attività microbiche utili.
Carlo Nesler è esperto di fermentazioni tradizionali, si occupa da alcuni anni della diffusione di antichi e moderni metodi di fermentazione e della panificazione casalinga con pasta madre. Tiene corsi e workshop in tutta Italia. Si occupa inoltre di permacultura e agricoltura naturale. La sua massima è: “Credo sia importante riappropriarci di un rapporto consapevole con quello che mangiamo.”
Infatti alimentarsi innanzitutto significa consentire all'organismo di vivere. Ma non si tratta solamente di un apporto energetico in senso stretto, bensì di una relazione con la vita che ci circonda, con il nostro mondo. I cibi fermentati sono moltissimi e attraverso la fermentazione del cibo, e alcune altre pratiche, è possibile migliorare le qualità nutritive dei cibi oltre che quelle organolettiche. Si possono ottenere cibi più digeribili e sicuri che rinforzano il sistema immunitario. In molti casi la fermentazione permette di eliminare delle tossine naturalmente presenti nei cibi e ridurre eventuali residui chimici. Ma soprattutto fornisce gli enzimi necessari per la digestione e il buon funzionamento dell'organismo. Molti cibi fermentati si possono ottenere con metodi semplici e casalinghi, utilizzati un tempo in ogni casa. Il laboratorio ha lo scopo di avvicinare i partecipanti al mondo dei cibi fermentati, fare varie esperienze in questo campo, dal pane alle verdure sotto sale, i crauti, lo yogurt, l'idromele, cibi a base di cereali e legumi, e via discorrendo. Si tratta sostanzialmente di acquisire i principi di base e le semplici precauzioni per poi essere in grado di preparare a casa propria cibi vivi, piacevoli e nutrienti in totale sicurezza.
Raggiungo al telefono Carlo Nesler per una breve intervista. Carlo, ci sono dei cibi fermentati locali sardi che hanno suscitato il tuo interesse?
Purtroppo le conoscenze tradizionali sono andate quasi perduta, mi ha interessato però scoprire le memorie dei vari latti fermentati, tipo yogurt e kefir.
La cosa bella dei fermentati è che esistono prodotti fermentati in tutto il mondo, fatti in modo semplice e arcaico.
Secondo me questi metodi hanno qualcosa di importante, ed è il filtro della tradizione: i prodotti che sono arrivati sino a noi sono stati verificati prima di essere tramandati, se non erano salutari o gustosi non venivano insegnati alle nuove generazioni. quindi i prodotti della tradizione sono abbastanza sicuri, e buoni: penso ai formaggi, ai salumi, al vino.
Per farli si utilizzano metodi semplici e arcaici che possiamo ancora praticare a casa nostra.
Se tornassimo magicamente indietro di 150 anni cosa troveremmo nelle dispense?
A partire dalle olive in salamoia, ai sott’olii e ai sottaceto, se andassimo indietro di 150 anni troveremmo molte verdure lattofermentate, che oggi sono scomparse, ricche dal punto di vista nutrizionale.
In questi due giorni di workshop cosa farai?
Saranno due giorni soprattutto pratici, perché per me la cosa importante è dare alle persone la possibilità di fare a casa ciò che hanno imparato. Dopo la teoria ci daremo alla pratica e i corsisti porteranno a casa i vasetti. Dal punto di vista teorico parlerò di microbi, fermentazioni e della nostra relazione intima con i microbi.
Sai che in Sardegna ormai si mette in relazione la lunga vita dei Sardi delle blue zone con il loro microbiota?
Sono sempre tanti i fattori che vanno a creare una situazione migliore; la Sardegna gode di ottime materie prime, e di un utilizzo abbastanza contenuti di fitofarmaci. Il microbiota sano favorisce il sano funzionamento dell’organismo, è un circolo virtuoso. Sicuramente tanti prodotti autoctoni aiutano ad avere un microbiota sano cosi come le pratiche artigianali e casalinghe, non industriali.
Non solo i probiotici ma anche i prebiotici, le verdure crude, sono utilissime in questo senso.
Grazie Carlo Nesler ci vediamo in Sardegna.
Grazie a voi, a presto.
Il corso è organizzato dall’Associazione Qedora di San Gavino Monreale.
L’associazione raccomanda vivamente i partecipanti a portare con sé un tagliere, un coltello da cucina e nn. Barattoli di vetro (tipo marmellata) con tappo, puliti.