Il culto delle acque è una cosa seria in Sardegna, le fonti antiche parlano di bacini di raccolta per convogliare le acque dolci dell’Isola, piovane e non. Se l’acqua piovana è maschile, quella che sgorga dalle viscere di madre Terra è femminile. Così gli antichi pozzi sacri dovevano mettere in connessione le comunità locali con i propri antenati generatori, e far confluire il calore e l’energia della terra a chi praticava anticamente la salus per aquam, SPA appunto.
Una delle SPA più spettacolari della Sardegna è nel cuore dell’Isola, nella cittadina di Fordongianus, nome che etimologicamente deriva dalla romana Forum Traiani. Qui una fonte conosciuta sin dalla Preistoria sgorga a circa 50 gradi e viene mescolata con l’acqua fredda del fiume Tirso creando un cocktail di acqua salutifera, che le antiche Terme Romane testimoniano, con la loro grandiosa bellezza.
Nell’abitato spiccano anche le moderne Terme, frequentatissime, e da qualche mese ha aperto il ristorante Cinquantagradi (1 - 2), omaggio alla vetusta fonte (3), nel centro storico della cittadina, accanto alla bellissima Casa Aragonese e dietro l’imponente strada romana, che racconta di come questo borgo anticamente fosse uno degli snodi più frequentati del mondo romano nell’Isola.
A gestire il locale due fratelli Danilo e Fabrizio Medda in sala e lo chef Daniele Manghini in cucina, che nella sua esperienza lavorativa vanta alcuni anni in Emilia Romagna e si evince nella confezione e nel sapore della sua pasta fresca, un velo saporitissimo ripieno di bontà sarde locali, e che per me costituisce uno dei suoi punti forti, insieme ai dolci, molto interessanti e impiattati in modo creativo.
Cosi gustiamo i Cappellacci con ricotta gentile, gambero rosso, noci, zenzero e semi di papavero (4), i Tortelli con ovinfort, faraona affumicata e pere e le Lisanzas (specie di lasagne) con muggini e pomodorini confit.
I dolci come dicevo sono un inno ai sapori locali e ai ricordi personali dello chef. C’è il Nido d’infanzia, gelato all’idromele di Liune (5), una piccola azienda che fa prodotti eccellenti, con una cialda alle olive e crumble al caraganzu, il botton d’oro, selvatico e bellissimo; c’è l’amarcord di Su e giù per l’altipiano (6), con un fondo di cioccolato fondente, a simulare la terra, del mascarpone per le rocce e una sponge di pan di spagna aromatizzata con idrolato all’elicriso, olii essenziali di mirto e finocchietto, che mima olfattivamente il profumo della Sardegna, quello che accoglie chi sbarca sull’Isola, e rimane impresso a vita. Infine Abreschendi, che significa in sardo “albeggiando” una mousse alle mandorle racchiusa in un biscotto alle carote con nespole caramellate e aceto di mele, molto particolare, uno di quei piatti che può diventare molto amato.
In anteprima, grazie agli auspici della nostra Ninfa delle acque (che erano le patrone delle SPA dell’antichità) Daniela Madau, preparata storica dell’arte e blogger, scorrono le 15 portate dei tre nuovi menù degustazione, un inno alle produzioni locali e al gusto, con un impiattamento sempre molto interessante e stimolante.
Il borgo di Fordongianus merita una visita di due giorni; in paese ci sono sei B&B oltre all’hotel delle Terme, dove dormire, per tutti i gusti e le tasche. Cabras e il Golfo di Oristano distano appena 30 km. per chi volesse fare una gita al mare, acquistare della bottarga o della Vernaccia, o visitare Oristano, che merita. Il borgo vicino, Samugheo, produce ed espone tappeti che sono oggetto del desiderio per i collezionisti americani e della penisola araba, e ospita il museo Murats.
Fordongianus si raggiunge in poco più di un’ora sia da Cagliari sia da Sassari (Porto Torres), vicina com’è alla SS 131, l’antica Turris-Karalis romana appunto.