Sull’apertura di Forma avevamo già scarabocchiato, perché finalmente nella terra dei formaggi, Sardegna, si è deciso di dare concretezza all’idea di un posto deputato alla degustazione di uno dei prodotti più appetitosi e straordinari mai creati dall’ingegno culinario umano: il cacio.
Forma si è dotato di un locale arredato secondo i principi del design metropolitano, elegante ma senza affettazione; il personale è solerte, il servizio impeccabile. Il bancone dei formaggi è da leccarsi i baffi, con menu molti stuzzicanti e al giusto prezzo (1 - Gli antipasti)).
Questi gli ingredienti principali di Forma (2), primo cheese bar, in quel di Cagliari, nella centralissima e pedonale Corso Vittorio Emanuele, dove, da marzo a ottobre, ogni sera uno stuolo di meglio gioventù affronta con impegno i riti dello struscio, dell’aperitivo e della cena, in uno dei tanti locali del quartiere Marina, ormai diventata il centro della sperimentazione gastronomica, che ha poco da invidiare alla movida milanese o romana.
Ieri sera abbiamo potuto assaggiare un ottimo Torbato di Alghero come aperitivo con crostini al formaggio e acciughe; un tris di antipasti, davvero abbondante, in abbinamento con un Vermentino della Cantina Terra Sassa, che comprendevano un Carpaccio di Spada e peperoncino ripieno alla crema di bufala, un Carpaccio di polpo e peperoncino ripieno alla stracciatella e un Cono biscuit ripieno di crema di gorgonzola, con pere e cipolle rosse in agrodolce.
Due tipi differenti tipi di ravioli hanno allietato il proseguo: Ravioli (3) verdi alla clorofilla di spinaci ripieni di burrata e basilico su crema di zucchine e gambero rosso di Villasimius e i Ravioli integrali ripieni di taleggio e noci su crema di rucola, zenzero e sashimi di tonno. L’abbinamento è stato con il Rubinus delle Tenute Smeralda di Donori.
Ha chiuso la cena una carezza della sera: la cheesecake in bicchiere (4), dove c’erano tutti gli ingredienti giusti: il biscotto sullo sfondo, tante fragole, e tre formaggi insieme, formula segreta, mescolati sapientemente tra loro, per un risultato fresco, goloso e non scontato.
I proprietari sono giovani e hanno buone idee. Ai fornelli e in sala c’è la mano di Shaniko Kafexhi, che è sempre una garanzia.