La parola a Stefano Polacchi, curatore del tomo (quasi 500 pagine), che abbiamo raggiunto al telefono, ecco cosa ci ha raccontato (1).
Come è la situazione in Italia riguardo alla produzione di olio evo (2)?
Va bene ma si può fare meglio. L’extravergine è mediamente il 60% dell’olio di oliva prodotto in Italia che è a sua volta un terzo del fabbisogno. L’Italia non può produrre molto di più.
Come si fa a migliorare la situazione complessiva?
Nell’immediato si può cominciare a fare due cose: aumentare la qualità complessiva e alzare i prezzi. Che è la stessa cosa, ma con successione causale inversa. Come dice il presidente Cuccia nella sua introduzione al libro Oli d’Italia, è vero che i migliori extravergine in guida costano in gran parte oltre i 30 euro/litro. Ma è anche vero che ci sono molti extravergine che costano altrettanto e non sono alla loro altezza. Così come ce ne sono alcuni (anche abbastanza costosi) che scartiamo perché presentano difetti. Scartiamo circa il 30% degli oli presentati per la selezione come extravergine. Beh, direi che è decisamente l’ora di impegnarsi, ognuno come crede e come può, perché l’extravergine italiano sia davvero tale e perché meriti il prezzo che – come sosteniamo da sempre – vale.
Il presidente di Gambero Rosso spa, Paolo Cuccia, dice che “Una delle strade da intraprendere è quella percorsa già dal vino negli ultimi decenni – anche grazie a Gambero Rosso – di grande attenzione alla qualità e di altrettanto impegno per la comunicazione e promozione nazionale e internazionale di questo incredibile prodotto della natura e della maestria dei nostri olivicoltori. Non si tratta soltanto di emulare il vino ma in molti casi di sfruttare le sinergie di canale e ancor di più quelle di identità territoriale, nelle aree dove la vite e l’olivo convivono”.
Assolutamente sì! Noi da anni nella Guida ai Ristoranti, tra l’altro, privilegiamo quei ristoranti che hanno una carta degli olii ben fatta e coerente. Anche l’olio rappresenta e valorizza il territorio, coniugando così gusto (3), cultura, e turismo enogastronomico.
Come è fatta la guida? Contiene 750 etichette di olii scelte da 448 aziende produttrici. Cifre importanti per il decimo anniversario della pubblicazione. Tra i premi e riconoscimenti alle aziende produttrici sarde- tra l’altro - il premio come migliore bio a Masoni Becciu di Villacidro (SU) per l’etichetta Monocultivar Nera di Villacidro.
Si aggiudicano le ambite Tre foglie gli oleifici sardi:
Antichi Uliveti del Prato Monocultivar Bosana
F.lli Pinna
Il Bosana Monocultivar Bosana
Accademia Olearia
Isula
Gariga - Su Molinu
Meliddu Monocultivar Semidana bio
Giuseppe Brozzu
Monocultivar Bosana bio
Ozzastrera
Monocultivar Nera di Villacidro bio
Masoni Becciu
Sa Mola Monocultivar Nera di Oliena Bio
Maria Laura Bardeglinu
San Giuliano Monocultivar Bosana
Domenico Manca
Solianu Monocultivar Bosana
Giuseppe Gabbas
Infine tra le produzioni DOP e IGP sono menzionati:
Corax Dop Sardegna Monocultivar Bosana
Francesco Piras
Costa degli Olivi Dop Sardegna Monocultivar Bosana
Olivicoltori Valle del Cedrino
Riserva del Produttore Dop Sardegna
Accademia Olearia 4
Nella rassegna non mancano indirizzi di produttori di olive da mensa, una vera e propria ghiottoneria anche in Sardegna e riconoscimenti agli oleifici che si distinguono per il buon rapporto qualità/prezzo dei loro prodotti.