E' oltremodo assurdo. In Italia abbiamo la dieta tra le più sane d'Europa e i bambini più grassi (1). Sopratutto al sud, con le bambine in pole position per obesità e sovrappeso. Il 38%, come riporta l'Ansa del 24 maggio 2018. Dati, però, che sembrerebbero ultimamente prendere una piega più positiva: nonostante l'alto tasso globale, infatti, in diversi Paesi, tra cui l'Italia, si registra una progressiva riduzione del problema (Fonte: European Office for Prevention and Control of Non communicable Diseases). Ma di lavoro per cambiare abitudini alimentari sbagliate, di cui i più piccoli ne sono vittime inconsapevoli, c'è ne ancora tanto.
Ecco quindi la proposta del Comitato esecutivo di Slow Food Italia al Ministro della Salute e al Ministro dell’Istruzione, partendo, tra l'altro da programmi scolastici (2) che guardino anche a temi didattici come l'importanza della stagionalità o il riconoscimento dei sapori autentici degli alimenti.
Ma vediamo nel dettaglio l'intento di Slow Food per arginare, di più e meglio, questa piaga tutt'altro che salubre (3)...
In primis, tassare i produttori di bevande zuccherate: un modo per portare a una riduzione del quantitativo di zucchero contenuto nelle stesse, nonché una nuova entrata per le casse dello Stato. Ma non c'è solo lo zucchero... Al bando anche i famigerati edulcoranti di cui abbiamo già parlato il 13 luglio 2017 QUI. "Per noi quello degli edulcoranti, che siano naturali o artificiali è un altro nodo imprescindibile. Per queste sostanze sono stabilite quantità giornaliere massime e, nel caso dei dolcificanti artificiali, il consumo è addirittura sconsigliato alle donne in gravidanza e ai minori di 12 anni - aggiunge Giuseppe Orefice, del Comitato esecutivo di Slow Food Italia - Non entriamo nel merito dello strumento, ma evidenziamo da un lato la necessità di intervenire per offrire cibi sani, con meno zuccheri aggiunti, chimica e grassi, specialmente ai bambini. E dall’altro la necessità che il sistema scolastico investa in educazione e nelle mense". Così l'aspartame "killer silenzioso", che viene spesso utilizzato dalle aziende alimentari per sostituire lo zucchero, in quanto notevolmente più economico.
Se guardiamo all'estero, tra cui Messico, Irlanda, Francia e Gran Bretagna, è già entrata in vigore la “sugar tax” (aprile 2018) per la quale oltre il 50% dei produttori (ancora prima della messa in vigore della tassa) ha modificato le proprie ricette, determinando una riduzione dello zucchero pari a circa 45 milioni di chili l’anno. Anche da noi la “sugar tax” era stata inizialmente inserita nella prossima legge di bilancio. Oggi però pare scomparsa tra i provvedimenti in discussione.
Cosa aspettiamo? Questo piccolo e grande passo è da fare subito per assicurare una vita migliore, oltre che più lunga ai nostri figli.