Wabi-sabi in giapponese traduce la “bellezza imperfetta”, quella del Fiore di Loto, che rappresenta il logo del nuovo ristorante nipponico Waby, appena nato ma che già si è posto ai vertici della ristorazione orientale della città meneghina. Situato in via De Cristoforis 2, in piena zona della movida di Corso Como, nasce dall’idea del giovane imprenditore Matteo Zhu (1), ed è già certamente un indirizzo di stampo internazionale. L’intero progetto è firmato da Maurizio Lai, architetto, scenografo e designer, interprete originale di un’estetica in cui la luce gioca un ruolo fondamentale, creando un ambiente di grande impatto emozionale. Legno, pietra, vetri, metalli e tessuti (2) si combinano in un linguaggio di armonie delle forme. Nella sala principale, il banco sushi, sopraelevato, dalla tonalità evanescente è illuminato ad arte e fa da punto focale e da sfondo al tempo stesso. Le altre due sale, una mediana con tavoli privé e una laterale che può essere chiusa e diventare privata, sono impreziosite da coralli decorativi, tavolini alternati a lastre a specchio, tendaggi ocra arancio in cui rimangono protagoniste le luci, disegnate appositamente per il locale, rendendo l’esperienza da Waby veramente unica. Matteo Zhu dirige una brigata di cucina di grande esperienza e creatività, supervisionando la scelta della materia prima che è di altissimo livello (3), proponendo sia classici della cucina giapponese che piatti più ricercati. Un'oculata scelta di due ingredienti delicatamente piccanti, il peperoncino jalapeno e lo shichimi togarashi, un mix di spezie giapponesi composta da sette componenti, pepe di Sichuan, peperoncino rosso, zenzero macinato, alga nori, semi di sesamo bianco e nero tostati e buccia di arancia, rendono il tutto speziato e agrumato, dando una nota fresca e al tempo stesso complessa. In apertura della carta i Kobachi sono antipasti deliziosi tra cui i rolls di black cod, il nobile pesce dell’Alaska, avvolto in pasta kataifi e maionese al wasabi, la misticanza di astice con dressing al sesamo, juzu e tobiko, le uova di pesce volante, i Samurai Stick, finger di gamberi con edamame avvolti in pasta croccante e salsa piccante. Semplicemente strepitoso. Non mancano le tartare, i carpacci (4), gunkan, sushi, sashimi, chirashi, Dim Sun e Uramaki assai gustosi. Specialità del locale è la Robata (5), un piccolo braciere su cui cuocere carne Wagyu, astice e un sorprendente fungo shitake per i vegetariani in autunno. Tutto di straordinario livello, entusiasmante. Accompagnano queste portate, una ricca e oculata scelta di vini italiani, champagne e una selezione di sakè fenomenale che culminano in Sa Ken (6) un metodo classico, unione tra la tradizione nipponica e l’esperienza degli spumanti della Franciacorta, uno dei must della serata.
Se ambite a una cena indimenticabile, andateci...
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