Nuovo menu nel locale dello chef Marco Ambrosino (1- 2) noto per la sua particolarissima cucina che prende spunto da tantissime suggestioni, sia medio che estremo orientali, applicate alla gastronomia italiana per un mix di sapori e accostamenti assai inusuali. Originario di Procida lo chef si è fatto le ossa entrando in brigata da iconici locali quali Il melograno di Ischia e lo straordinario Noma di Renee Redzepi, alfiere della nuova cucina nordica. Da questa esperienza, deriva l’originale scelta degli ingredienti assemblati in intriganti piatti che non si dimenticano. Ambrosino ci ha rivelato che ha costruito un locale “per godere di piatti che solo qui si possono scoprire" e, in questo, ha decisamente ragione. Attento, inoltre, al sociale e al recupero: i lavori edili sono stati realizzati da detenuti di Bollate che hanno potuto usufruire dell’articolo 21. Una recente ristrutturazione da parte della designer Cristina Celestino ha mantenuto il leit motiv della sala attraverso i concetti di autenticità e semplicità (3). Di più... La collaborazione con la baraccopoli di Mathare e il laboratorio del ferro di Nairobi per quanto riguarda gli utensili presenti in sala ed in cucina aggiungono ulteriore smalto all’impegno sociale del patron.
Parlando di cucina, l'entusiasmo è stato pieno: in primis, l’insalata di zucchine, tartufo nero, finocchio fermentato (4), noce moscata e olio di argan, melting pot di ingredienti e tecniche prese dai quattro angoli del mondo e riuniti in un piatto di grande efficacia gustativa. Straordinario il piatto di pasta: trottole con crema di mirto (5), pane nero stagionato in polvere, cipolla fermentata e la taramosalata, una salsa greca di uova di pesce. Ogni boccone, suggestioni diverse al palato proprio grazie all'alternanza di componenti così diverse tra di loro. Il piatto principale consiste in uno spiedo di agnello (6), skordalia di mandorla, salsa greca che ricorda il sugo di noci ligure, un incredibile pane di semola ai ciccioli di agnello, un hummus di ceci fermentati e le polpette kofta, sempre realizzate con carne ovina, sugo e formaggio di lupini. Un'esplosione di sapori che lascia a bocca aperta per estro e bontà. Anche i dolci non sono da meno con una chenella di ricotta con polline, cenere e bottarga che aggiunge una nota salata in perfetta fusione col resto. La carta dei vini ha una caratteristica unica, quella di proporre solo piccoli produttori con preferenza dei cosiddetti “naturali” anche se la sommelier Alessia, molto competente ed esaustiva nelle spiegazioni, ci ha detto “di non amare questo termine, in quanto anche in queste tipologie la mano dell’enologo è sempre presente”. In un percorso di abbinamenti veramente intrigante, segnaliamo in particolare lo Stella Flora di Mariapia Castelli, un uvaggio di Pecorino, Passerina, Malvasia di Candia e Trebbiano prodotto nelle Marche a Monte Urano, in provincia di Fermo, con un insolito ed elegante colore oro antico e sentori di mandarino, buccia di arancia ed erbe aromatiche. Grande la persistenza al punto di essere proposto con l’agnello. Il Rapatel Blanc della Camargue, con sentori di mela cotogna, mandorla amara per poi esplodere in una evidentissima pesca gialla. Il fantastico Piersporter Falkenberg Riesling Eiswein di Molitor 2004 prodotto in Mosella solo in annate particolari. Un vino elegante che non eccede nel contenuto zuccherino, ha concluso un mirabile pranzo che ci sentiamo di consigliare a tutti coloro che cercano un'esperienza culinaria decisamente appagante.
Via Corsico 1 (Fermata MM verde Porta Genova)
Orari - dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 20.00 alle 23.00
Chiuso il martedì a pranzo e il lunedì tutto il giorno