Taverna Moriggi, situata in una delle zone più antiche della città meneghina, dopo più di un secolo dalla sua fondazione, si rinnova in modo discreto ma essenziale. Grazie ad Andrea Castrignano e al suo team, un intelligente restyling, rispettando la storicità degli ambienti, attualizzandoli con sapienti tocchi che ne mantengono intatto il fascino (1 - 2). La cucina è a pannaggio del giovane e talentuoso chef Paolo Anzil (3) in collaborazione con il sous chef Davide La Grotteria che, attraverso l’uso di materie prime di grande qualità, rivede la tradizione a una luce più contemporanea. Una cucina che si ispira al passato, raccontata un linguaggio nuovo. Tutto è in costante movimento con menu che seguono le stagioni a cena e una proposta leggera e intrigante a mezzogiorno. Nel fine settimana viene recuperata la tipicità del pranzo della domenica, un po’ venuta meno negli ultimi decenni che hanno visto, invece, l’affermarsi del brunch, non esattamente nel dna della cucina italiana. La convivialità, l’intimità e il calore familiare, tutti assieme intorno ad un tavolo, godendo del piacere del cibo e della compagnia è ciò a cui tende la brillante cucina di chef Anzil, non trascurando, per la sera, eventi di vario tipo in un’atmosfera unica e irripetibile. Ed è proprio questa la sensazione che abbiamo avuto degustando le varie suggestioni in menu. Partenza col botto con l’antipasto dal suggestivo titolo “Mi scusi chef, le ho rubato il piatto“ - Omaggio a Nadia Santini, nota chef tre stelle da decenni al ristorante il Pescatore di Runate di Canneto sull’Oglio, al confine tra cremonese e mantovano, che ha fatto la storia della ristorazione italiana di qualità. Si tratta di una terrrina di pomodoro marinato al basilico avvolta da una melanzana in frittura leggera. Pesto di basilico fatto in casa, gelatina morbida di pomodoro, basilico fresco e limone. Chef Anzil ha lavorato in quella straordinaria cucina, un passo fondamentale nella sua crescita umana e professionale, curando personalmente questo capolavoro al palato capace di stupire con la semplicità degli elementi che lo compongono, giocando sulle diverse consistenze presenti. Milano anni 80 rivisita una icona della cucina milanese, il “risotto giallo”. Il riso Vialone Nano (4) viene mantecato al burro bianco allo champagne, salsa di zafferano, sferette di caviale di zafferano e stimi marinati al miele. Riuscita evoluzione di un super classico che diventa risotto bianco e nasconde una profumata salsa della preziosa spezia rossa sul fondo. L’acidità dello champagne crea sinergia con il burro e il parmigiano, mentre il caviale di zafferano e gli stemmi marinati al miele creano il desiderio di continuare a degustarlo. Codone di manzo e soffice di patate, un portata fuori carta segue il risotto. La bontà e la freschezza del taglio (5), conosciuto anche col nome di Picanha, viene cotto intero, successivamente porzionato è finito in padella con burro, timo e uno spicchio d’aglio. La patata è preparata nella panna con pepe bianco, burro e pochissima soia setacciata, resa fondente e sfornata calda. Un piatto semplice ma assai gustoso e godibile. “Ancora più su” è il dessert (6) che chiude degnamente questa sontuosa cena. Partendo da un savoiardo fatto in casa e non bagnato per esaltarne la fragranza, viene aggiunta una crema più spessa che esalta la verticalità. Il caffè compare in gel, non zuccherato, per contrastare la dolcezza del tiramisù in una miscela da espresso perfezionata dagli esperti di Cofficina, partner di Dada in Taverna.
Una degustazione di grande soddisfazione, in un ambiente di charme: i fortunati avventori non mancheranno di apprezzare la cucina degli chef Anzil e La Grotteria, ne siamo certi.
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