L’Italia migliore, l’Italia solidale, l’Italia che si fa sentire nel momento del bisogno continua a dare prove di coraggio e altruismo. Da quell’alba del 24 agosto che ha squassato il cuore dell’Appennino (1) si sono susseguiti pressoché ininterrottamente gli slanci di generosità di organizzazioni, istituzioni, singoli, tutti animati da buona volontà.
Le iniziative continuano, con un’adesione massiccia: è il caso di ristoratori e albergatori, e persino di intere città, come Torino e Bergamo, che nei giorni scorsi hanno servito in piazza la rinomata pasta all’Amatriciana solidale per raccogliere fondi.
Si segnala in prima fila anche la FIC-Federazione Italiana Cuochi (2), che sin dalle prime ore dopo il sisma si è attivata concretamente, tramite il DSE-Dipartimento Solidarietà ed Emergenze, guidato da Roberto Rosati, affiancato, nel compito, dal presidente di FIC Lazio, Alessandro Circiello.
Una grande cucina da campo ha servito migliaia di pasti, con il coinvolgimento emotivo e non solo operativo dei cuochi.
E, come afferma Alessandro Circiello, nelle zone terremotate di Amatrice è stata montata una seconda postazione di cucina, mentre il mandato delle istituzioni al DSE è stato prolungato sino a dicembre. Va ricordato che la cucina serve anche tutte le persone impegnate nei lavori di soccorso che sono tantissime. Un velo di speranza, un sorriso, un gesto di conforto in una realtà che con l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno si preannuncia ancor più critica. L’auspicio è che si faccia presto a ripristinare una normalità, seppure parziale e che presto spariscano le tende.