Food :: 13 feb 2024

Girasoli d’inverno a Milano: la cucina sociale per i detenuti

Un progetto lodevole

Si è tenuto a Palazzo Giureconsulti a Milano (1), sede della città metropolitana, l'interessante iniziativa Girasoli d’Inverno dedicata al rapporto carcere e reinserimento sociale. Cucinare, servire e accogliere (2): in questi verbi c’è in fieri una professione per potersi reinserire nella società. La rassegna Girasoli, infatti, si occupa del mondo carcerario, gettando una nuova luce sulla detenzione. Un momento che non solamente è visto come la necessità di scontare la propria pena, ma anche occasione per redimersi e ritrovare il proprio ruolo nella società civile grazie all’impegno di chi, superando i pregiudizi, ha deciso di portare arte e cultura dietro le sbarre. 

Il progetto Girasoli

Quattro appuntamenti in quattro carceri dell’area metropolitana milanese, quattro modalità espressive (pittura, cucina, teatro e musica) e le quattro stagioni. Quattro convegni con le case circondariali Francesco di Cataldo, Opera, Bollate e l’istituto minorile Beccaria per avvicinare la società ai problemi dei detenuti. La presenza nel carcere di Bollate del ristorante Ingalera aperto al pubblico è un unicum nel panorama mondiale, oltre ad essere oggetto di studi sociologici. Un dibattito (3) con prestigiosi ospiti svoltosi alcuni giorni fa, ha sviscerato opportunità e problematiche del progetto ora soggetto di un film, Benvenuti in Galera, che sta prendendo molti premi nei vari festival di cinema, diventanto un vero e proprio successo di nicchia come hanno dimostrato le proiezioni milanesi andate tutte sold out. Sono intervenuti tra gli altri Diana De Marchi, consigliera delegata alle politiche sociali della città metropolitana, Giovanna Di Rosa, presidente del tribunale di sorveglianza, Beatrice Uguccioni del comune di Milano, Giorgio Leggieri direttore di Bollate, Ettore Prandini presidente Coldiretti (4), Stefano Conti di Trenitalia, Davide Oldani Chef di D’O due stelle di Cornaredo (Mi) e docente dell’Istituto Olmo. Un particolare episodio è stato raccontato da Oldani, il quale ha ricordato che per problemi di sicurezza i ragazzi della scuola di cucina e i cuochi non possono usare coltelli e allora si devono ingegnare con i pochi utensili permessi. Come spesso succede, la necessità aguzza l’ingegno e con risultati positivi a giudicare dalla riuscita dei piatti (5) e dal successo del ristorante. Tra i piatti in menu vanno certamente menzionati L'orzo perlato, tonno pinne gialle e succo di agrumi, il Risotto al caffè e radicchio rosso, il Filetto di gallinella in foglie di porro, vongole e olive. Piatti decisamente accattivanti e ben realizzati. Un dibattito di grande interesse che ha dimostrato una volta di più l'importanza della rieducazione durante la pena detentiva per un più facile reinserimento nella società. 

 

 

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