Quando il numero tre si dimostra perfetto anche in cucina. Siamo a Roma in una zona residenziale e vivace al contempo: Piazza Mazzini, quartiere Prati. Qui, proprio sul grande slargo urbano, si affaccia Prati Rione Gastronomico, spazio importante del buon cibo, del buon bere e dell’ospitalità raffinata e competente al contempo. Ristorante con oltre 100 posti a sedere tra indoor e outdoor, gastronomia, bar, salotto per ricercati aperitivi, alias un luogo con più anime: al centro qualità, materie prime selezionate e di filiera certa e tanta professionalità degli addetti qualunque sia il comparto di riferimento.
Ma veniamo al coté ristorativo che merita un approfondimento sia per le proposte in carta, sia per l’indubbio know how del patron Guido Anastasio Pugliese che, insieme al fratello Francesco, completano l’esperienza al tavolo, in modo meritevole e affascinate che si parli della carta dei vini composta da circa 100 etichette delle migliori produzioni italiane e internazionali o del racconto (e dall’assaggio, ça va sans dire), perché di questo si tratta, dell’olio evo, di cui Guido è fine sommelier. Expertise e passione che condivide con i clienti suggerendo etichette che non t’aspetti, dalla monovarietà delle Colline Pontine alla perfezione di una monocultivar ascolana della maison marchigiana Il Conventino di Monteciccardo, probabilmente tra i migliori 5 olii in Italia. L’olio, quello buono, non manca mai. “Una cosa che faccio sempre” - ci precisa Guido in occasione di una nostra visita - “Un pò come assaggio di benvenuto, un pò come finitura dei piatti”.
Dicevamo tre abili menti in cucina: l’Executive Chef Fabio Stella e i sous chef Luca De Maio e Marco Veronelli concertano quotidianamente dietro le quinte per creare menù stagionali dal tocco esclusivo, certamente figli di molta ricerca e sperimentazione, sempre “partecipati” da Guido e dalla sua conoscenza pluridecennale del comparto.
“La cucina è prettamente nostra” - continua Guido, nel senso che il prodotto italiano regna sovrano nelle diverse ricettazioni proposte. Fatta eccezione per qualche rara ma ben bilanciata intrusione d’oltre confine, come le Crocchette di Patanegra fritte nel panko e accompagnate da salsa aioli, servite in entrée. Deliziose e sfiziose dove il carattere oleoso e l’inconfondibile aroma del prosciutto iberico vengono esaltati dalla combinazione con gli altri ingredienti. Ottimo l’abbraccio con un fresco calice di Boccalino – Bianchello del Metauro Doc dell’azienda vitivinicola marchigiana Terracruda.
Ma il plauso va certamente alla Tartare di Manzetta romagnola (zona del parmigiano - reggiano), sempre in antipasto, con tuorlo d’uovo marinato (da allevamento allo stato brado in comprensorio romano) e tartufo nero. Poche materie prime che, in una danza sinergica (e sincera) di sapori, diventano eccellenza e carezza al palato. E un pò di “Napule” non guasta nei Tortelli di ragù alla genovese con crema di Parmigiano, primo piatto di straordinaria costruzione e bontà. La memoria vince altresì nei Rigatoni alla Carbonara ben al dente in cui l’ausilio del pepe selvaggio del Madagascar, aromatico e pungente, fa la differenza in un piatto apparentemente semplice, se pur non banale. Un ulteriore punto a favore per la brigata di cucina che rivela un'attenta padronanza della tradizione, base inequivocabile per assurgere, quando serve, a voli creativi dal tono più contemporaneo, come con lo squisito Petto d’anatra. Ancora un servito di carne memorabile: Anatra rigorosamente dei cugini d’oltralpe, con bucce di arance leggermente scottate e crema di uva fragola. Un gioco agrodolce che ben impatta con il gusto importante della selvaggina. Magnifica la consistenza, morbida quasi burrosa - “Un piatto complesso che va molto curato” - sottolinea Guido - “lo chef, infatti, ci lavora ogni volta con grande dedizione”. E la soddisfazione del commensale è palese. Infine, i dolci curati da una talentuosa pastry chef che realizza delikatessen sia per il bar, sia per il ristorante, come la panna cotta con crumble di cioccolato e liquore alla liquirizia artigianale abruzzese o la crema pasticciera artigianale con bucce di limoni.
Due parole merita l’interior del ristorante, pulito, moderno con tavoli in marmo, sedie déco, scaffalature color oro che ospitano chicche gastronomiche di ogni dove (compresi i tanti olii scoperti da Guido) e un bel effetto di corpi illuminanti diversi e singolari che dall’alto illuminano con garbo una spazio tutt’altro che contenuto.
Piazza Giuseppe Mazzini, 5 – Roma
Tel. 06 85383646
info@pratirionegastronomico.com