Food :: 16 mar 2024

Firenze, nasce Vigna Michelangelo grazie al lume di Donne Fittipaldi

La prima vigna urbana con vista sulla cupola del Brunelleschi

C'è Parigi con il suo vigneto urbano situato a Montmartre, quartiere da cui prende il nome di Clos Montmartre. C'è New York con l’azienda Rooftop Reds, che ha sviluppato sopra il tetto di un edificio di Brooklyn ben oltre 40 fioriere urbane con le viti impiantate al loro interno. Per tornare a "casa", non si può non citare Venezia con, per esempio, la vigna murata o “Clos” Venissa di Bisol a Mazzorbo, che produce 3000 bottiglie per anno di un bianco a base di Dorona o ancora la Città eterna che contempla due progetti in fase avanzata: la rinascita di una piccola vigna a Trinità dei Monti mentre un’altra dovrebbe essere impiantata nel parco del Colosseo con varietà autoctone “romane”.

La vigna urbana piace, in Italia come all'estero e non è più solo un mero e nostalgico divertissement di qualche sparuto wine addicted ma è molto di più: in primis, si pone come leva importante per riqualificare in termine di salubrità e gradevolezza una parte del contesto urbano. Per non parlare di quanto possa fare per il turismo e l'accoglienza sostenibile. Ebbene ora anche Firenze ha la sua vigna in urbe e nasce proprio sulle primissime colline che sovrastano l’Arno con una vista che spazia dalla cupola del Brunelleschi ai colli di Fiesole. L'idea della prima vigna made in Florence arriva da una lady di tutto rispetto, Maria Fittipaldi Menarini (1) che, con le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, ha pensato di dar vita alla Vigna Michelangelo, a due passi dall'iconico Piazzale Michelangelo (2 - 3). “Questa vigna rappresenta anche la mia infanzia" – ha ricordato Maria in occasione della recente presentazione alla stampa – "quando i primi di settembre, di ritorno dalla villeggiatura, amavo cogliere gli acini e anche alcuni grappoli per la tavola” (4). Poi, venti anni fa, nella sua residenza di Bolgheri scoprì il fascino del vino. Ed è la, in quel periodo, che nasce l’Azienda Agricola donne Fittipaldi di Bolgheri (5) che da allora timone con le figlie. Oggi il progetto si amplia ulteriormente facendo un magnifico regalo alla città di Firenze - “In qualche modo" – prosegue Maria – "voglio dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolarmente amata da mio padre Mario.” 

"Un progetto ambizioso, affascinate e suggestivo in uno degli scenari più belli ed evocativi della città. Un impegno importante, volto al recupero dell’antica viticoltura cittadina da sempre presente nella città culla del Rinascimento e dove il vino ha rappresentato, nel corso della storia, un importante segno distintivo” - ha raccontato l'enologo del piano agricolo Emiliano Falsini. Le viti della vigna Michelangelo ben 700, tra Sangiovese, Canaiolo, Foglia Tonda, Pugnitello e Colorino, seguono l'antica forma ad alberello, la più qualitativa e costosa, già praticata da Greci e Romani.

Il 14 marzo 2024 ha suggellato l'interramento nelle buche delle barbatelle (6) debitamente innaffiate per un grande vino che verrà. Ora non resta che aspettare tre anni, ricordano che la pazienza è bellezza oltre che forza. Sì, perché le barbatelle daranno i primi frutti adatti alla vinificazione solo nel 2027. L'agricoltura ha i suoi tempi e le sue dinamiche: c'è molto da imparare per noi bipedi vittime della velocità, dell'iperestesia e la sovraeccitazione. Ora ci resta (e scusate se è poco) ‘camminare le vigne’, come diceva il buon Veronelli e come ricorda la stessa Maria. In città, quella del Giglio, la più bella al mondo.

Ad maiora!

 

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