Di Gianluca Moreschi.
Aperto da circa un anno, DistrEAT, sul naviglio pavese, rappresenta una interessante risposta per chi ama profittare di suggestioni food decisamente appetitose in vari momenti della giornata. Si parte da un bar per colazioni con lievitati di qualità, una seconda colazione leggera adatta alla pausa pranzo, uno spazio merenda che ha il bonus di essere consumata in un ambiente esterno molto bello con free Wi-Fi, un aperitivo con interessanti signature cocktail e allettanti accompagnamenti per poi giungere alla cena gourmet e un after dinner. Ma chi sono gli artefici di questo format di livello e smart al contempo? Un affiatato team di ragazzi giovanissimi con esperienze molto solide malgrado l’età. Eccoli: Federico Sordo (1), 29 anni, già presente in alcuni dei migliori ristoranti Lombardi, quali Vittorio, Sadler, Oldani e al Ratanà di Cesare Battisti, da cui provengono anche gli altri chef. Andrea Tirelli (2), 32 anni, con un importante curriculum estero. Davide Aru, 35 anni, che si è fatto le ossa in Australia e a Hong Kong. Gabriel Urgese, la mascotte del gruppo coi suoi 25 anni, che essendo Italo francese ha fatto una importante gavetta in Quebec, per poi approdare al Santa Virginia Brera di Milano. Completa il gruppo, il sommelier e maître Guido Dossena 45enne. La location (3), assai affascinante è ricavata da una ex riseria tra il magazzino e la casa padronale degli antichi proprietari. Si tratta di un ambiente contiguo alla società Altavia Italia, agenzia di comunicazione nell’attivazione commerciale omnicanale e marketing e-commerce per il retail. Il magnifico giardino ha permesso in tempi di post covid una razionalizzazione degli spazi assai efficace, con 60 coperti ben distanziati, mantenendone 35 indoor. Si tratta a detta degli chef di una “cucina italiana equilibrata che guarda anche all’estero come ispirazione” date le numerose anime e le esperienze maturate dagli stessi in giro per il mondo. In un ricco menu degustazione di 5 portate, disponibili anche le mezze porzioni, abbiamo assaggiato un eccezionale cefalo marinato con guacamole di lenticchie croccanti, paprika e rapanelli, in cui il pesce povero è esaltato da una marinatura che ricorda, con le verdure leggermente fermentate, il kimchi coreano. Il successivo, pane, mozzarella affumicata, pomodoro e basilico reinterpreta un classico piatto italiano con l'introduzione della affumicatura del latticino e un gelato al basilico. Tra i primi, uno splendido risotto con crema di melanzane bruciate, mosto di vino cotto, capperi fritti ed erbe fresche. Altrettanto notevole lo spaghetto con crema di patate all’aglio, olio e peperoncino, seppia arrosto e polvere di tarallo (4), una sinfonia di gusti veramente sorprendente.
Il menu cambia spesso, seguendo la stagionalità e in questo caso tra i secondi erano presenti un filetto di maiale, salsa alla cacciatora e patate arrostite al rosmarino, un trancio di pescato con salsa scapece, crescione d’acqua, fagiolini e nocciole tostate. Il piatto vegetariano, una declinazione di zucchine con fiore, frutto e foglia trattate in tre cotture diverse (5). Per chi volesse mangiare degli evergreen, alla voce gli "Irriducibili" troviamo una tartare di fassona, un carpaccio di manzo con peperoni in crema marinati, un baccalà mantecato (6), ottimo, un manzo tonnato e l’imprescindibile risotto alla milanese. Dolci fatti in casa, tra cui uno sfogliamisu, curiosa reinterpretazione con una parte croccante, pesca, bianco mangiare alla mandorla tostata e granita di the nero alle rose e infine albicocca, cioccolato e rosmarino. Particolarmente importante la cantina con 140 referenze soprattutto italiane ma non solo, biodinamiche ricercate da piccolissimi produttori scovati con impegno e dedizione maniacale. Esiste anche la possibilità di abbinare cocktails ai piatti, con una lista in via di definizione. Infine, vengono organizzate serate a tema con quella di pochi giorni fa con dj set e il bartender Mattia Mizzi già ex Noodle Bar e Tree cocktail and food.
Un locale sempre vivo dalle 8.30 alle 2.00 con possibilità di free Wi-Fi anche senza obbligo di consumazione per coinvolgere tutto il quartiere, in grande ascesa a Milano, chiamato con l’acronimo NaPa (Naviglio pavese). Una validissima alternativa a zone in po' usurate dalla movida.
Assolutamente da provare.