I Magnifici 5. No, non è un titolo di un film fantasy ma di un progetto di bacco molto interessante, e sopratutto di grande piacevolezza dove il numero 5 è l’indiscusso fil rouge. La Cantina in questione è la Kaltern (1 - Thomas Scarizuola, Kellermeister), tra le più importanti dell‘Alto Adige che, recentemente, per la prima volta, ha presentato nella città del Giglio, la propria linea di punta Quintessenz, arrivata alla sua 5 edizione, declinata in 5 varietà: Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Pinot Bianco, Kalterersee e Moscato Giallo Passito (2). L’occasione per conoscere questa “penta" esperienza enologica è stato un wine pairing con gli eleganti piatti del ristorante il Palagio nella cornice del Four Seasons. Un’autentica sinfonia al palato di 5 vini, tutti distribuiti sul mercato nazionale e internazionale, molto ben orchestrati e oltremodo valorizzati dalle suggestioni di alta cucina. Da sapere che buona parte dei vigneti dai quali provengono le uve destinate alla linea Quintessenz, sono coltivati secondo i metodi biologico o biodinamico. Così come il lavoro in cantina è il più naturale possibile, con l’impiego ridotto della solforosa. Per tutti, la maturazione avviene in legno: il Cabernet Sauvignon in barrique, i vini bianchi e il Kaltarersee in grandi botti di rovere.
Il pranzo ha visto une ouverture di tutto rispetto con una Barbabietola, mandorle e alloro accompagnata da un Pinot Bianco Doc 2020 dove l’ampio bouquet di note di frutta, erbe, sentori di menta fresca mela gialla e camomilla ha regalato una sensazione di cremosità in bocca decisamente unica, abbinata a un’acidità croccante e a un finale salato di indubbia piacevolezza.
Stessa annata del Pinot bianco, il Sauvignon Blanc Doc 2020 suadente, sapido e di raffinata mineralità. I vari sentori di ribes nero e pesca bianca hanno trovato un accordo quasi perfetto con il pescato del giorno, un Rombo con finocchietto, vongole e salsa iodata.
Un vitigno autoctono, il più importante, la Schiava che è - “cuore e tradizione”, come ben sottolineato da Thomas Scarizuola, Kellermeister. Rosso rubino brillante, il coup de foudre, al primo sorso, è garantito: sapido e morbido, di facile beva, incanta per la sua gentilezza innata, i suoi tannini eleganti e il finale infinito. Questo vino “democratico”, in quanto versatile e di agevole abbinamento con pietanze anche inusuali (con lo speak tirolese, certo, ma anche con pesci vari e pizza), è in realtà un “falso semplice” ed è figlio di una genesi per nulla banale. Stupendi gli aromi di ciliegia, lampone, fragola e leggere note mandorlate. Un abbraccio memorabile quello con gli Agnolotti di Galletto livornese con spunta di parmigiano Reggiano.
Da trent’anni un vitigno importante in regione, situato intorno al lago, zona molto vocata per questa varietà internazionale (3), grazie al calore dello specchio d'acqua naturale (4) e ai terreni soffici e leggeri. Bellissimo il colore rosso carminio intenso, nonché mirabile al naso. Il tannino è deciso, possente rotondo. Accattivante il finale che sprigiona note di tabacco e liquirizia. Una personalità netta che ben si è amalgamata al Filetto di manzo in crosta con fegatini e prosciutto toscana, tartufo nero e salsa al Vin Santo.
"Abbiamo una certa tradizione per i vini dolci” - ha dichiarato sempre Thomas Scarizuola. Oro intenso, velluto in bocca, avvolgente, fresco, con sentori di frutta esotica che invogliano a più di un calice (5). Crea una deliziosa dipendenza. Un buon accostamento con il dolce Cremoso al blu di Valle, formaggio erborino toscano, nespole e grano saraceno (6).
Un'ottima degustazione.
Altre info: