Un “lounge tapas cocktail bar” in una delle vie del gusto cagliaritane. Da Niu, nel Corso Vittorio Emanuele, è tutta una questione di stile. A partire dal design, con i lampadari che pendono dal soffitto come preziosi orecchini in filigrana sarda. O gli archi in pietra memoria architettonica dell’ex convento della chiesa romanico - gotica di San Francesco. Eleganza informale sono le parole chiave della filosofia del locale diretto da Mario Atzeri. Nelle creazioni della chef Shaniko Kafexhi, la marcata impronta etnica e identitaria sarda e la contemporaneità si incontrano. Nei piatti trionfano per lo più il km0, la stagionalità (1) con materie prime di ottima qualità (2). Dai cocktail (3), nel segno del fine drinking, agli aperitizer, ai piatti di portata, tutto è pensato per valorizzare il gusto di ogni ingrediente. C’è più di un tocco di Sardegna anche nelle miscelazioni firmate Niu (4). Nella carta il “Negroni km zero”: Bitter Vermouth e Gin prodotti in Sardegna con erbe aromatiche e ingredienti tipici del territorio dell’Isola; si abbina ad arte al “Sandwich di gambero” in doppia consistenza, crudo e scottato, con cuore di stracciatella e pistacchio.
Ancora la “Piadina mare e terra”: letto di crema di zucchine, guanciale croccante di Gonnosfanadiga, melanzana, fiore di zucca e polpo.
Annunciato dai sentori fruttati di pesca bianca, primizie di Muravera, arriva il Bellini, a base di Torbato brut di Alghero (5). Atzeri suggerisce di accostarlo alle mini tartare di tonno rosso e mela renetta. Poi ancora il Paradise: Gin grifu prodotto in Sardegna, apricot brandy e succo di arance di Muravera da sorseggiare con la degustazione dei culurgiones: tradizionali al pomodoro o rivisitati come “Arcobaleno” al ragù di mare e zucchine, in guazzetto di cozze e arselle, oppure clorofilla su vellutata di patate e zucchine. In tutte le versioni una vera delizia.
Sfiziosa anche la mirata scelta dei secondi, uno su tutti, “tonno in crosta di carasau con verdure brasate e maionese al lime”. “Da Niu è un mangiare un po’ identitario un po’ gourmet, con cibi da gustare anche con le mani, senza le posate, per rendere tutto molto easy - chic” - spiega Mario Atzeri.
A disegnare suggestive atmosfere, poi, è il gioco di luci soffuse e, a far da sottofondo musicale, i ritmi di un raffinato techno pop e afrohouse.
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