Food :: 7 dic 2016

Boscareto Resort

Un piccolo grande chef per un luogo fatato

Immerso nei vigneti, sulla sommità di una collina coltivata a Nebbiolo, si erge una location incantevole e ricca di fascino: Il Boscareto Resort & Spa (1 - 2). Nato nel 2009 da un'idea della famiglia Dogliani, il prestigioso Resort ospita 39 camere (3) di cui 10 suite. Completano, inoltre, la splendida struttura ricettiva, la Sovrana SPA (4) area dedicata al relax e alla cura del corpo, divisa su due piani. Una cantina di tutto rispetto con oltre 1200 etichette che spaziano dai vini di Langhe, Roero e Monferrato a quelli della Borgogna senza rinunciare ai Supertuscan, ai bianchi d’Alsazia e del nord-est italiano e all’immancabile Champagne. Naturalmente, fiore all’occhiello, il Ristorante La Rei (1 Stella Michelin), tappa obbligata per raffinati gourmet, per gli ospiti dell'albergo ma anche ristorante amato da chi viaggia o vive nella zona. Executive Chef il giovane e talentuoso Pasquale Laera (5). 27 anni, astro nascente della grande cucina italiana. Lo abbiamo intervistato, scoprendo un raffinato ambasciatore del gusto che già a 14 anni aveva “scelto” di essere "sovrano" tra i fornelli. Tra i suoi maestri due mostri sacri: Gualtiero Marchesi e Antonino Cannavacciuolo. E l’amore per due terre, la Puglia e il Piemonte. Da gustare nei suoi piatti (6 - 7).

- Quale tipo di background formativo l’ha resa lo chef esperto di oggi? Ci parli un po’ di lei…

Sono entrato nella prima cucina di ristorante all’età di 14 anni, durante il mio anno di liceo classico. Ho capito subito che quella sarebbe stata la mia strada, così ho deciso di iscrivermi all’istituto alberghiero di Castellaneta (TA). La voglia di conoscere e di sperimentare mi ha portato, una volta conseguito il diploma, all'Alma di Gualtiero Marchesi a Parma. E' stato un percorso di studi illuminante. Qui ho potuto conoscere tutti i miei chef più ammirati. Tra loro, Antonino Cannavacciuolo, che mi ha chiamato con sé a Villa Crespi per uno stage. Sono stato per sei anni a Villa Crespi, fino a diventare Sous Chef. Sia la mia formazione che il mio presente sono ricerca continua, scoperta, passione per le materie prime. Il tutto sempre a cavallo tra la mia Puglia, il Piemonte che ormai è parte di me e le suggestioni dei paesi che visito appena possibile.

- Ha avuto dei maestri di cucina che più di altri l’hanno fatta crescere?

Certamente Antonino Cannavacciuolo, da lui ho imparato il rigore, l'amore per ogni passaggio che forma un piatto; ma non dimentico le lezioni dello chef Tona nella scuola Alma e i vari chef incontrati. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa per la mia crescita.

- Come definirebbe la sua cucina?

Una cucina tradizionale italiana, con qualche spunto di innovazione. Sicuramente con ingredienti italiani, ma non sottovaluto ingredienti scoperti durante gli stage all’estero. La cosa a cui tengo di più e il gusto.

- C’è un piatto in particolare che è più richiesto di altri?

Tutto dipende dalle stagioni, ma si alternano tanto le scelte. Nella stagione del tartufo ad esempio è lui il Re

- Quanto spesso cambiate menù?

La carta cambia quattro volte l'anno, con le stagioni, in modo da lavorare sempre sugli ingredienti migliori.

- La carta dei vini? Più o meno quante etichette proponete?

Nella cantina de La Rei sono presenti circa 1.200 etichette, che spaziano da Langhe, Roero e Monferrato alla Borgogna, senza dimenticare i Supertuscan, ai bianchi d’Alsazia e del nord-est italiano e all’immancabile Champagne.

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