Intervistiamo Maria Elena di "Sa perda marcada" di Arbus (1), azienda del Sud Sardegna sulla costa sud-occidentale. Il contesto è di pregio, tra spiagge con dune naturali, boschetti, ex miniere da visitare e borghi incantati (2 - 3). Si tratta di una realtà agricola, con agriturismo e fattoria sociale (4), che si è fatta notare, sia a livello locale sia a livello internazionale, per la qualità delle sue produzioni, dell’offerta ristorativa e ricettiva (5), delle innovazioni. Con la sorella Enrica ha preso felicemente le redini dell’attività di famiglia, e sono entrambe coinvolte in diversi progetti sotto l’egida del PSR della Regione Autonoma della Sardegna.
1. La vostra azienda ha un nome particolare, cosa significa sa perda marcada?
Il nome dell’agriturismo di famiglia prende il nome dalla stessa località in cui si trova. Il nome significa “La Pietra Incisa” perché proprio all’incrocio per le località Piscinas e Ingurtosu sono tutt’ora presenti due pietre in granito con inciso i simboli della miniera. Questo era il punto in cui iniziava la proprietà privata della società mineraria e veniva indicata da tutti con il nome “Sa Perda Marcada”.
2. Quali sono la visione e la missione aziendali?
Portare avanti con passione il sogno avviato dai nostri genitori Franco e Anna con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni saperi antichi che sono alla base delle nostre radici. Per questo, all’interno della nostra offerta turistica e di ospitalità studiamo percorsi didattici per famiglie, enti e scuole che ne fanno richiesta.
3. Qual è la filosofia in cucina?
La tavolata (6) unica è sempre stata il nostro social. Fino al Covid. E in cucina si rifletteva esulta filosofia, cucinare piatti della tradizione, semplici, autentici con materie prima di qualità, a km0 e del territorio. La tradizione diciamo sempre ha un gusto inconfondibile sa di casa, sa di genuino. Mamma Anna e Elena ai fornelli cercano di raccontare l’amore per la nostra isola, le sue antiche tradizioni, i suoi prodotti. Cerchiamo di realizzare quasi tutti i nostri piatti con i prodotti della nostra fattoria. Le ricette che proponiamo sono quelle della tradizione della Sardegna agropastorale dove un ingrediente va per la maggiore, ovvero, la semplicità. Non manca l’innovazione: Elena infatti è una dei primi Agrichef Campagna Amica (di Coldiretti N.d.R.).
4. Quali sono i piatti più tipici che si possono gustare da voi in agriturismo?
Tra i nostri piatti più tipici ti elenco:
Agnello IGP di nostra produzione allo zafferano Dop di san Gavino Monreale
Capra ai cardi selvatici
Pasta di grano duro sardo (prodotto da noi) con favette e pecorino
Fregula di grano duro sardo (prodotto da noi) alla contadina (verdure di stagione)
Ravioli di ricotta (grano e ricotta di nostra produzione) e zafferano
Manzo rosso al mirto
Gelato fatto con latte di pecora ai vari gusti
Malloreddus di grano duro sardo (prodotto da noi) allo zafferano e salsiccia
Dadini di coscia di pecora brasata
5. Cosa producete in proprio? So che avete la famosa Pecora nera di Arbus, una agrobiodiversità animale unica della Sardegna, da cui si ricavano anche formaggio e ricotta che sono PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) a livello regionale, così come allevate la pecora di razza sarda.
Sì, alleviamo ovini di razza sarda tra cui la pecora nera di Arbus; produciamo ortive estive e invernali e piante da frutta; abbiamo un pollaio con galline, oche e tacchino. Tra i nostri prodotti chiudiamo il ciclo della filiera del grano duro. Dalla coltivazione di grano duro nasce il progetto della filiera corta. Grazie al nostro mulino di fiducia trasformiamo il grano in semola di grano duro, semola integrale e fiore. Ma non finisce qui nel 2018 sono nate le nostre linee di pasta interamente realizzate artigianalmente con solo grano duro prodotto in azienda. Non utilizziamo pesticidi e fertilizzanti per cui le rese, seppur più basse, ci garantiscono un sapore deciso e caratteristico. La pasta è disponibile in tre formati: fregula, malloreddus e creste di gallo.
6. Siete considerate delle innovatrici: cosa innovate e come lo innovate?
L’innovazione più grande per noi risiede nella resilienza della nostra azienda. Nella sua capacità di trasformarsi e assumere un volto nuovo nonostante le difficoltà pur mantenendo la stessa identità. Insieme ai nostri genitori pionieri dell’agri ospitalità, pensa che ospitavano i primi turisti stranieri nei primi anni ’80, parliamo di 40 anni fa, mettendo a disposizione quella che sarebbe stata la nostra cameretta. Abbiamo partecipato ai primissimi progetti di imprenditoria femminile e da qui non ci siamo più fermate. Oggi ancora la quota maggioranza femminile dell’azienda ha chiuso la filiera del grano, abbiamo un e-commerce, gestiamo un agriturismo che definiamo autentico nel rispetto non solo delle indicazioni di legge ma nello spirito. Facciamo didattica per piccoli e adulti cercando di inserire sempre nuovi progetti dedicati alle energie rinnovabili, al riuso e al non spreco alimentare.
7. Come fate sistema con le altre risorse/realtà del territorio?
Collaboriamo con le altre aziende agricole del territorio e con le bravissime artigiane della zona (gioielli, tessile) organizziamo degustazioni di olio e vino di Arbus per promuovere il territorio nella sua globalità.
8. Chiudiamo in bellezza. Indichiamo ai lettori del magazine tre cose da fare ad Arbus e dintorni, così che siano ancora più invogliati a venirvi a trovare:
Ci piace suggerire itinerari che possono durare una giornata se pensiamo al turismo estivo con la scorta della costa bordo di un gommone con Simone Di “escursioni Costa Verde” o a bordo del pesca turismo Tyche; oppure a bordo di un quad all’avvenuta all’interno del Parco geominerario. Ma ancora, sentieri di trekking fin sopra al Monte Arcuentu, eremo mistico e affascinante; una visita alle coltellerie arburesi con il suo museo dedicato dei fratelli Pusceddu.
Per chi ha almeno tre giorni da dedicare alle numerose spiagge, ne abbiamo selezionato tre, le indicazioni le trovate a questo indirizzo QUI.
Vi aspettiamo!