Chi non ricorda la celebre pubblicità anni 70 della Pennelli Cinghiale (1) con il famoso dialogo tra un vigile milanese, detto Ghisa dal copricapo e il pittore che girava in bici con un enorme pennello ostacolando il traffico? La geniale risposta era: “Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello!”. Dietro questa icona, ideata dal pubblicitario Ignazio Colnaghi, celebre anche per "Ava come lava e Calimero" si celava una azienda leader a livello internazionale, fondata dal Cavalier Alfredo Boldrini. Ora, a capo di questo "impero" (2) delle setole c'è un trio di donne, Clio Calavalle (3), sua sorella Eleonora e la loro madre Catiuscia Boldrini. Ed è Clio a rispondere alle nostre domande per il format "Woman Power".
Quando ha capito che la professione ai vertici di un'impresa sarebbe stata la sua "strada”?
Ho capito che questa era la mia strada fin da piccola quando seguivo mio nonno durante le trattative aziendali. Mi incantavo nel sentirlo descrivere i nostri prodotti e ho sempre pensato che un giorno mi sarebbe piaciuto collaborare con lui all'interno della nostra azienda.
Ci parli in breve della sua attività in questo momento: criticità e punti di forza...
In questo momento stiamo investendo per l’espansione del brand in categorie di prodotti complementari, come le pitture (4), ricercando formulazioni naturali e componenti a basso impatto ambientale. Il nostro futuro è green, grazie all’utilizzo di plastiche riciclate e riciclabili, rulli in pura lana vergine, pennelli con manici in legno FSC, mastici V.O.C. free, cioè senza composti organici volatili. Questi saranno i driver per il prossimo futuro (5). La criticità principale direi che è nel trasferire al consumatore il concetto che un mondo più sostenibile è possibile. Ormai non c'è più tempo: è un dovere di ognuno di noi lavorare per un ambiente più "pulito".
In quanto donne, il percorso per far valere i proprio obiettivi non è sempre in discesa, un lato del suo carattere che l'ha particolarmente sostenuta per arrivare dove è oggi?
Senza dubbio la tenacia. Ho sempre raggiunto gli obiettivi prefissati senza cadere nello sconforto davanti alle difficoltà, non dimenticando mai quale fosse il mio punto d'arrivo. I traguardi possono essere molto stimolanti e personalmente mi hanno sempre incentivato ad andare avanti.
Le donne che fanno squadra hanno una marcia in più?
E’ noto che gli uomini sappiano fare squadra meglio delle donne, sarà forse un retaggio degli spogliatoi del calcio. Ma le donne intelligenti sono brave a creare un senso di team forte ed entusiasmante per raggiungere uno scopo comune. La nostra azienda è composta per il 90% da donne e questo fa la differenza nei momenti di maggior criticità.
Piaga del femminicidio, cosa si sente di dire alle donne e non solo affinché questo orrore abbia fine una volta per tutte?
Purtroppo il femminicidio ai giorni nostri è una vera piaga sociale. Mi sento di dire alle donne di non chiudersi nel loro silenzio ma di parlarne e denunciare. Non bisogna mai sentirsi imperfette o sbagliate e alla prima dimostrazione di violenza psicologica o fisica è fondamentale reagire per evitare di essere "schiacciate". Un uomo ci deve completare e non annientare. Ma se rappresenta il nostro male, dobbiamo trovare la forza di reagire, allontanandoci. Tutte noi, nessuna esclusa, meritiamo una vita felice.
La prima cosa che farà, non appena l'emergenza Covid sarà un (brutto) ricordo?
Sicuramente un bel viaggio insieme al mio compagno e alle mie figlie.