Living & Convivi :: 19 ott 2024

Siena, COSTELLAZIONI. Arte italiana 1915-1960

La mostra da non perdere

Una mostra che può diventare un'esperienza meditativa. Di certo fa star bene, di più... rende quasi felici visitarla in tutta la sua magnifica interezza. A Siena, negli spazi di Santa Maria della Scala fino al 30 marzo 2025, oltre 120 opere dell’arte italiana del Novecento, lasciano senza fiato. “COSTELLAZIONI. Arte italiana 1915-1960”, a cura del Prof. Luca Quattrocchi, Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Siena. Due le collezioni eccezionali, Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi, che hanno fornito autentici capolavori dell'epoca, la maggior parte dei quali assolutamente inediti. Guttuso, Sironi, Donghi, De Pisis, Burri, Severini, Campigli, Morandi e molti altri, solo per fare un accenno di quanto godibile nel percorso espositivo che si snoda in ben nove sezioni, nel periodo compreso tra gli anni della Grande Guerra e i primi anni Sessanta: dal “ritorno all’ordine” a “Novecento”, dalla Scuola Romana agli “Italiens de Paris”, dal realismo all’astrattismo e all’informale. "Due collezioni molto diverse tra di loro con dei punti di contatto come Guttuso o De Pisis, per esempio, che sono presenti in entrambe le collezioni" - ha dichiarato il Prof. Luca Quattrocchi. Ci sono, infatti, le stelle fisse delle Costellazioni ma anche quelle minori, alias nomi della produzione locale. Un'opportunità per verificare quanto le stelle fisse e quindi gli artisti più insigni abbiano influenzato i territori periferici. Il risultato? Un sublime processo di elaborazione di quanto suggerito da grandi nomi, come fu per Siena. 

Le sezioni in mostra

La prima sezione, Intorno alla Grande Guerra, riunisce opere degli anni Dieci a opere di poco successive che commemorano la prima Guerra Mondiale e le sue conseguenze: domina la sezione il monumentale dipinto di Pascucci Il ritorno dell’eroe (1926) che, esposto alla Casa del Fascio di Siena e subito acquistato dal Monte dei Paschi, come specifica il curatore “da un lato chiude la stagione del naturalismo di stampo ottocentesco, e dall’altro testimonia la crescente pervasività del fascismo nelle istituzioni”. Nella seconda sezione, Anni Venti: ritorni all’ordine tra Novecento e Déco, il recupero della tradizione incoraggiato dal regime è declinato secondo il “Novecento” promosso da Margherita Sarfatti, secondo le atmosfere del “realismo magico” di ascendenza metafisica, ma anche in un classicismo aggiornato da sintetismi di gusto Déco. All’eterogeneo gruppo degli Italiens de Paris è dedicata, invece, la terza sezione: Tozzi, Severini, De Pisis, interpretano come sottolinea Quattrocchi “ciascuno a suo modo la volontà di coniugare italianità e cosmopolitismo in mitologie contemporanee, riscuotendo grande attenzione critica nella capitale francese tra fine anni Venti e anni Trenta”. La quarta sezione, Gli anni Trenta e primi Quaranta: tra accademie e arcaismi, propone una esemplificazione delle posizioni nell’Italia fascista, da quelle più aderenti al ‘novecentismo’ ufficiale, con anche declinazioni neosecentesche, alla più originale linea arcaicizzante, sollecitata dagli esempi dell’arte etrusca, egizia, romanica. La quinta sezione riguarda l’Arte per il regime: opere di aperta celebrazione della dittatura fascista, tra propaganda e mitizzazione del Duce e delle sue ‘conquiste’, dalle città di nuova fondazione alle guerre coloniali e alla proclamazione dell’Impero. Al paesaggio è dedicata la sesta sezione: Il paesaggio negli anni Trenta e Quaranta tra rappresentazione e metafora, dove a una più tradizionale e fedele raffigurazione di matrice ottocentesca, che tuttavia si accende in alcune vedute di accenti quasi visionari, si affiancano paesaggi-stati d’animo di straniante estrazione mentale fino al casto e intenso lirismo di quelli di Morandi. La settima sezione attraversa La linea espressiva tra anni Trenta e Quaranta, dall’antinovecentismo alle sue prosecuzioni nell’immediato dopoguerra: in apertura uno degli ultimi capolavori di Viani (Le Apuane, 1933 ca), cui si affianca un raro esempio surrealista e un nutrito gruppo di opere riconducibili alla Scuola Romana e alla sua figurazione più o meno espressionisticamente accentuata e insorgente (Levi, Guttuso, Afro, Fazzini, Scialoja, Sadun, Mafai). In continuità con la precedente, l’ottava sezione, Figurazioni e realismi del dopoguerra, si apre con le Macerie espressioniste di Bozzolini, per documentare poi la persistenza nell’Italia liberata del dato oggettivo variamente declinato, la tendenza neorealista e, a fine anni Cinquanta, il realismo esistenziale di Guttuso e Vespignani. Inf ine, la nona sezione, Dissoluzione e autonomia della forma: verso l’astrazione, segue il percorso di alcuni autori già presenti in precedenti sezioni verso approdi astratti e informali, cui si aggiungono Burri e Leoncillo, per concludersi con il trionfo della materia- colore in Sadun e Turcato all’inizio degli anni Sessanta. 

"La mostra Costellazioni è frutto di un lavoro sinergico con un obiettivo comune che è quello di valorizzare, promuovere e diffondere l’arte italiana raccontando un periodo particolare come quello che va dalla grande guerra al boom economico. Le opere sono state scelte con un occhio attento in grado di privilegiare i capolavori ma anche opere meno conosciute ma ugualmente importanti e identitarie perché espressione di un territorio” a dichiararlo Beppe Costa, presidente e amministratore delegato Opera Laboratori.


“COSTELLAZIONI. Arte italiana 1915-1960 dalle Collezioni Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi”

Complesso Museale Santa Maria della Scala Piazza Duomo, 1 53100 Siena  

Orario fino al 31 ottobre Lunedì – domenica 10 – 19

Orario invernale dal 1° novembre Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 10 -17 Martedì: CHIUSO Sabato, domenica e giorni festivi: 10-19 dal 23 dicembre al 6 gennaio: tutti i giorni ore 10 - 19. Dal 21 al 28 gennaio 2025: chiuso

Biglietti Intero: 13 € Ridotto: 9 € • Ragazzi dai 7 ai 19 anni • Over 65 anni • Studenti • Militari • Gruppi (minimo 15 persone)
 

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