“Pensare in grande per dare valore al piccolo”. Questa semplice frase, densa di significato racchiude le tante anime della nostra intervistata. Nata come graphic designer (1), ha saputo valorizzare e ampliare, infatti, l’attività di famiglia nella coltivazione del riso (2), creando una linea di cosmesi (3) derivata dal cereale con al centro la salute e l'ambiente, per una bellezza che sia sempre più "verde" (4). Vere chicche naturali reperibili, così come i prodotti alimentari sempre a base di riso, nello store monomarca Doppio Volto (5 - 6), bellissimo negozio in piazza Sordello in centro a Mantova. O direttamente sull'e-commerce del brand QUI.
Quando ha capito che il mondo della "cosmesi" sarebbe stato il centro della sua vita professionale?
Il mio percorso di avvicinamento alla cosmetica è stato direi imprevedibile, perché più che essere affascinata dalla cosmesi in quanto tale, sono sempre stata attratta dalle possibilità di recupero e dal dare nuova vita e dignità a degli scarti. Amo infatti gli oggetti antichi che ritrovano vita dopo anni di soffitta e polvere, e non sopporto gli sprechi o la continua sostituzione di abiti o oggetti per seguire la moda. In più, grazie alla mia formazione legata al design, non mi riesce difficile creare nuove possibilità a partire da pochi e semplici elementi così come accostare mondi apparentemente distanti. È così che mi sono avvicinata con occhi curiosi al laboratorio di mio padre e alle sue macchine di lavorazione del riso, osservando quell’enorme produzione di sottoprodotti di scarto e immaginandone un futuro migliore, non necessariamente alimentare. Il resto è venuto da sé, ma non senza fatica dato che partivo da zero, quindi dedicando molte ore alla ricerca e confrontandomi con tanti professionisti del settore.
Ci parli in breve della sua attività in questo momento: criticità e punti di forza...
La mia attività si è concretizzata non solo con lo sviluppo di una prima linea di prodotti, ma anche con una bottega molto caratteristica a Mantova, che ha aperto le porte nel maggio 2019. È ovvio quindi immaginare come l’avvio di un brand e insieme di un negozio a pochi mesi dall’inizio di una pandemia sia a dir poco difficile e limitante nella sua possibilità di crescita e visibilità. Un delicato equilibrio di prudenza e azzardo. Ma a parte le grandi difficoltà, anche in questi momenti le soddisfazioni non mancano e mi rendo conto di quanto le persone apprezzino le doti relazionali (sempre più la bottega diventa luogo di piacevole scambio e confronto), ma soprattutto le idee nuove e le storie uniche e autentiche. In più ho la grande fortuna di avere un background vario (non provengo dal mondo del commercio, ma dal graphic design), tante idee e una mentalità giovane, che mi porta ad essere molto flessibile, a sfruttare l’apparente “immobilità” del momento immaginando nuovi progetti o affinando quelli esistenti.
Nulla si ottiene per caso, in quanto donna... ha combattuto tanto per affermarsi?
Beh, mi sono subito accorta del pregiudizio maschilista che ricerca sempre una figura maschile dietro la concretizzazione di un progetto strutturato, tanto che ogni qualvolta venivo affiancata dalla presenza di un uomo (poteva essere mio padre o il mio compagno) immediatamente e senza dubbi venivano imputati a Lui i meriti del tutto, quasi che non fosse possibile pensare a me, donna, per di più relativamente giovane (35 anni) quale autrice sia dell’idea che della gestione a tutto tondo. Spesso mi è capitato di notare una forma di diffidenza sulle capacità delle donne, e di conseguenza una certa tendenza al raggiro. Credo per questo di aver sviluppato una grande precisione e pignoleria, in modo da smascherare le eventuali fregature. Ma la vera e difficile lotta per me non è tanto nei confronti delle visioni “maschiliste”, quanto contro la mancanza di professionalità e serietà che sta dilagando al giorno d’oggi. Anche perché, a meno che siamo artigiani, ogni progetto è il risultato di una filiera di passaggi, ed è fondamentale ma estremamente difficile trovare i partner giusti in termini di professionalità e affidabilità.
E' indubbio che il Covid sia un "fardello" oltre che un freno per tutte/i, come lo sta affrontando tra famiglia e lavoro?
Facendo appello a tutte le mie capacità mentali e circondandomi di persone positive. Personalmente soffro molto la continua incertezza e mancanza di prospettive che caratterizza questo periodo e indubbiamente il malumore e il pessimismo può a volte prendere il sopravvento. Ma i danni di questo stato d’animo sono pericolosissimi: alimenta un circolo vizioso di impotenza e inattività nocivo per il lavoro e la creatività (che è forse l’unica arma contro questo periodo) oltre che inquina l’ambito familiare. Grazie al prezioso supporto ed esempio del mio compagno, cerco di coltivare il buon umore e a distrarre la mente dai pensieri negativi, pensando a questo periodo come opportunità, come ad esempio la possibilità di dedicare più tempo alla coppia/famiglia e ad approfondire argomenti che mi interessano, ma anche l’occasione per una crescita interiore, allenando la cosiddetta “resilienza”, una qualità che diventerà sempre più importante in tempi così mutevoli e incerti.
La sua personale "meditazione" per quando stacca dagli impegni quotidiani?
Indubbiamente e prima di tutto lo sport, quale valvola di sfogo per i pensieri negativi, ma anche per fortificare e mantenere in stato di salute il corpo. Prima che chiudessero le piscine dedicavo ore al nuoto, con allenamenti anche molto intensi, ora combino l’attività aerobica all’aperto (corsa o bici) con momenti più distensivi quale lo stretching ed il pilates per allentare le contratture e ritrovare la piena connessione con il corpo. Poi adoro stare in mezzo alla natura e all’aria aperta, e da quando sono tornata a vivere in campagna mi rendo conto di quale potere benefico abbia anche il semplice passeggiare sugli argini per staccare la mente dai pensieri del quotidiano.
Kamala Harris, la nuova vicepresidente degli Stati Uniti, una svolta epocale? Cosa ne pensa?
Penso sia sicuramente un esempio molto positivo e di speranza per le nuove generazioni, in quanto donna di grande autorevolezza e credibilità, caratteristiche troppo spesso associate ai soli uomini. Non solo, è anche un’ottima occasione per mostrare un modo di pensare “al femminile”, diverso e complementare al maschile. Personalmente intravedo in lei una grande capacità, ovvero una spiccata determinazione e sicurezza combinata però anche ad una forte capacità di emozionare, di emozionarsi e di abbracciare le diversità. Sono proprio curiosa di vederne gli sviluppi.
Un consiglio alle giovani donne che "lottano" per essere riconosciute nel proprio settore?
Prima di tutto di essere consapevoli di se stesse, con i propri punti di forza e di debolezza. Accogliere quindi i giudizi altrui (maschili e non) con equilibrio e razionalità, senza farsi snaturare, ma cogliendo quanto di utile può arrivare da un parere esterno. Infine quello di non reagire alle prevaricazioni o alle prepotenze con un atteggiamento altrettanto sfidante e altezzoso. Credo che si possano disinnescare tante lotte e attriti con l’empatia e con quella sensibilità tutta femminile intrisa di dolcezza, istinto e ragionevolezza. Le capacità acquisite e l’esperienza porteranno ad ottenere un’autorevolezza che verrà sicuramente riconosciuta, da uomini e donne, purché intelligenti e privi di invidia.