Food :: 1 nov 2021

Toscana - Tenuta di Ghizzano

Grandi vini da un territorio diversamente straordinario

Donna interessante dal piglio deciso e dallo sguardo “acceso”, lei è Ginevra Venerosi Pesciolini (1), al timone della Maison vitivinicola Tenuta di Ghizzano, sulle morbide Colline Pisane (2), ultima generazione a proseguire il lavoro del padre e dell’azienda di famiglia (3) i cui albori risalgono al 1370. Un vero biosistema di 350 ettari, di cui 20 vitati e altrettanti a uliveto, che ruotano intorno all’antica torre d’avvistamento.

Oggi, supportata e coadiuvata dalle comproprietarie Lisa, Francesca e la mamma Carla, Ginevra continua a raccontare con grande passione e dedizione storie di bacco che parlano di vini particolari, di territorio e di agricoltura coscienziosa. Conferendo profondità alle sue etichette, cercando un’espressione elegante e mai banale. Proprio come i suoi due “nuovi nati” che abbiamo potuto apprezzare (4) recentemente, in occasione di un pranzo stampa al Ristorante fiorentino Caffè dell’Oro sul Lungarno Acciaiuoli (5).

Due nettari importanti, per livello gustativo e per approccio al mercato, MIMESI, Doc Terre di Pisa Sangiovese, 2018 e il “fratello” in bianco MIMESI, IGT Costa Toscana Vermentino, 2020

“Questo progetto nasce sempre nella visione di far venir fuori la qualità del territorio” - ci racconta durante il tasting la Venerosi Pesciolini. Vini in purezza, quindi, dai vigneti più vecchi di vitigni autoctoni. Un lavoro di tanto tempo e pazienza con il contributo dell’enologo storico, Michele Franci, con loro da oltre vent’anni per raccontare un frutto peculiare, diverso da altre zone della Toscana. Riuscendoci in pieno mi sento di aggiungere: il Vermentino che fermenta spontaneamente in acciaio dopo una leggera macerazione e conclude in anfora in terracotta per 4 mesi sulle fecce fini, è di una gradevolezza che non ha pari. Pieno, raffinato ed equilibrato, invita a sorseggiare più di un calice a tutto pasto.

“In principio non volevo fare bianchi”- ci racconta sempre la titolare. Oggi su 6 etichette complessive, 2 sono vini bianchi, il Ghizzano Bianco e il Vermentino

E poi c’è “l’altro” Mimesi, il corposo, Sangiovese (6) che prevede una fermentazione in tini di cemento vetrificati, per essere subito trasferito in anfora dove fa la seconda fermentazione e la maturazione. Un vino che sembra rispecchiare Ginevra, per forte personalità, polso e classe. Ma sopratutto per garbata naturalezza, qualità e concretezza, segno tangibile (e bevibile) dell’esprit di famiglia.

 

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