Focus On :: 30 ago 2018

Toscana: Castello di Querceto - Il vino secondo Alessandro François

Quando la perseveranza e l'amore premiano, nonostante tutto

Ci sono storie che rendono unico il patrimonio enologico del nostro Paese. Alessandro François (1) è certamente un esempio di uomo del vino che ha contribuito, insieme alla moglie Antonietta e alle nuove generazioni, a forgiare un pezzetto di made in Italy d’eccellenza nel mondo. Stiamo parlando di una realtà vitivinicola - il “Castello di Querceto” (2) - non lontano da Greve in Chianti, in quel territorio tra Firenze e Siena, già particolarmente vocato per vini che lasciano il segno. Qui, su un terreno che si estende per 190 ettari 80 dei quali a vigneto, si erge la Tenuta tra le coltivazioni oltre a una struttura per l’accoglienza, la residenza, la sede dell’azienda e... qualche pavone a rendere ancora più fiabesco il contesto (3 - 4).
"Cittadino del mondo” come ama definirsi Alessandro François, terza generazione di una famiglia che dal 1897 divenne proprietaria di questo magnifico Castello le cui origine risalgono ad epoca longobarda, ci accompagna in un suggestivo viaggio alla scoperta di un’avventura, o meglio del coup de foudre che lo convinse, dopo 25 anni di onorata professione ingegneristica a Milano, a lasciare tutto per iniziare una nuova vita in quel di Toscana.
Galeotto, oltre all’affetto per il Castello, anche il Fattore la cui gestione non proprio “impeccabile” lo persuase nel 1982 a trasferirvisi definitivamente per ridare vita a questo paradiso del vino (5) che all’epoca, è proprio il caso di dirlo, si prospettava piuttosto come un incubo. “L’inizio fu durissimo” - ci racconta Alessandro - “C’erano solo 5 ettari di vigna e 100 incolti, anche se con grandi potenzialità“. Un rischio imprenditoriale vero, fatto di ingenti investimenti e poche certezze: “Un anno fu necessario per i permessi, un altro per preparare il terreno, al terzo anno fu piantata la vigna, dopo 5 anni iniziammo a fare l’uva e sei già a 8 anni. Se ne aggiungi un paio per vendere il vino, capisci quanta fatica a fronte di ricavi irrisori”.
Ma i coraggiosi e perseveranti coniugi avevano un sogno. Così dopo aver destinato nel nuovo progetto enologico gli utili dei precedenti 20 anni di lavoro, insieme a una buona dose di sana ostinazione, oggi gestiscono più di 80 ettari di vigneto e distribuiscono le proprie etichette in ben 50 Paesi. “Il terreno varia molto” - ci dice sempre il Patron - “I vini importanti infatti sono a singola vigna”.
Eccoli quindi i Crus, di forte personalità e piacevolezza come il Picchio Chianti Classico, DOCG gran selezione, una Cuvée di Sangiovese, Canaiolo e Colorino. Il suo plus? Il bosco di quercia che circonda la vigna conferendole un microclima unico. E poi c’è La Corte, un Sangiovese in purezza che nasce da una vigna storica piantata dal nonno 120 anni fa, reimpiantata 50 or sono, usando i cloni della vecchia vigna. Al palato caldo e pieno, una gradevolezza che nulla ha da invidiare ai più prelibati nettari. E poi… Il Sole di Alessandro, Cabernet Sauvignon in purezza dedicato all’antenato archeologo Alessandro François e il Querceto Romantic, nato con l'annata 2009, preziosa Cuvée di tre varietà e tre singoli vigneti: Petit Verdot, Merlot e Syrah.
“In questo campo è fondamentale il contatto diretto: il vino va raccontato così come l’emozione che ti trasmette” - continua Alessandro. Una sorta di storytelling ricca di phatos - “Per condividere con brasiliani, cinesi australiani o canadesi ciò che significa per me produrre vino”. Oggi all’azienda contribuisce tutta la famiglia: figli, mogli, generi, nipoti. “Senza volere, ho trasmesso il mio entusiasmo alla generazione successiva”. E non stentiamo a credergli.
Una passione per la vigna, la sua, percepita non come mero strumento, bensì cuore pulsante, patrimonio inestimabile da preservare e rispettare. Se desiderate scoprire un luogo con l’anima che non smentisca le attese, recatevi al Castello di Querceto. I vini (6) saranno i migliori testimoni.

Phone: 05585921

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