Indubbio. Difficile preferire altro, una volta che assaggi i meravigliosi formaggi de Il Fiorino, Caseificio ai piedi dell'Amiata in Toscana, a Roccalbegna, a pochi kilometri da Grosseto. La Maremma più autentica e prelibata impera in ognuna delle tante referenze casearie che producono regolarmente. I loro pecorini annoverano premi a non finire ed è sufficiente assaggiarne uno per capire il perché. Oltre sessantacinque anni di storia, timonati, dai primi anni duemila, da Angela Fiorini (1) e dal marito Simone Sargentoni, generano più di 40 tipi di formaggi (2), ciascuno con una propria e distinta identità al palato da godere sia in purezza per delle gustose coccole sia "rivisitati" per delle interpretazioni gastronomiche ricercate.
L'occasione per ritrovare e assaporare alcune delle loro chicche (3), parecchie a noi già note e altre no, è stata la recente edizione di Febbraio di Taste a Firenze, il salone del gusto e della cultura food contemporanea (4). E, consuetudine vuole, non è mancata la sorpresa. L’ultimo arrivato, il pecorino Fior di Maggengo (5) che ha convinto tutti, senza se e senza ma. Stagionato in cantina per circa 7 mesi e, successivamente, affinato con miele di acacia e con fiori eduli che, oltre ad essere edibili sono molto profumati al naso. Splendidamente agréable come direbbe un francese, delicatamente dolce grazie all'aggiunta di miele e all'armonica e molto ben riuscita combinazione tra latte di pecora da pascoli maremmani e fiori. Con il termine ‘maggengo’ si indica lo sfalcio di fieno effettuato durante il mese di maggio, una fase in cui il fieno stesso è ricco di ‘infiorature’ e, dunque, di profumi. Ode alla "bellezza" al palato potremmo dire, un semplice morso e si ripensa a primavera, sdraiati sull’erba col naso all’insù, avvolti e inebriati dal soffice abbraccio dei fiori. Una metafora, per rendere di più e meglio cosa racchiude un formaggio dall'indole unica. Semplicemente buonissimo.
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