Living & Convivi :: 3 mag 2021

Milano - Mudec: "Robot, the human project"

Affascinante mostra sui Robot

Dopo il lungo stop alle iniziative culturali, nelle regioni in fascia gialla finalmente si può tornare a godere della vita culturale che facevamo prima della pandemia, seppur con le dovute cautele e attenzioni al distanziamento. Il Museo delle Culture di Milano riapre con la mostra Robot, the human project (1), più volte rimandata a causa del lockdown. Aperta dal 1 maggio al 1 agosto 2021 presenta un excursus che partendo dai congegni meccanici che sin dall’antichità greca hanno affascinato l’essere umano, arriva ai cyborg, l’intelligenza artificiale e i Cobot o robot collaborativi (2 - 3 Alberto Mazzoni). Sappiamo che la parola Robot, che significa appunto uomo meccanico, è tratta da un romanzo distopico dello scrittore Ceco Karel Capek il quale segue la leggenda del mostro Golem della tradizione ebraica praghese, creato con l’argilla seguendo gli insegnamenti della Cabala. La mostra è articolata secondo tre sezioni, tecnico-scientifica, antropologica e artistica, rivolgendosi, con la sua interattività, sia ad un pubblico adulto, sia a ragazzi e adolescenti, permettendo di manovrare e programmare alcuni automi presenti nell’esposizione. I curatori sono Alberto Mazzoni, responsabile del laboratorio di neuroingegneria e biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Antonio Marazzi, antropologo, già professore all’università di Padova e Lavinia Galli, storica dell’arte e curatrice del museo Poldi Pezzoli di Milano. Nella prima parte del percorso è possibile ammirare una collezione di automi antichi provenienti da tutta Europa, a dimostrazione di come l’uomo da sempre si sia voluto confrontare con un suo alter ego artificiale (4 - Automa della scimmia fumatrice/fine del XIX secolo/Musée d’horlogerie du Locle, Château des Monts). La vera età dell’oro di queste “sculture animate” fu indubbiamente l’età barocca, grazie ai progressi ottenuti dalla meccanica e dall’orologeria. Vengono così create, all’interno del percorso espositivo vere e proprie Wunderkammern (camere delle meraviglie) in cui spicca il demone automa che, girando la manovella, muove occhi, lingua e fa uscire fumo dalla bocca. Oppure la Matrona (5 - Janello Torriani (attr.) - Matrona che suona un timpano) che suona un timpano costruito dal genio visionario del cremonese Janello Torriani, il primo androide mai realizzato. Dopo gli albori dell’era meccanica (6), l’avvento dell’elettronica provocherà un vero e proprio “salto quantico”. Tra i pionieri di queste applicazioni dell’intelligenza artificiale si può certamente annoverare la Olivetti, la celebre azienda di Ivrea. E siamo ai giorni nostri, quando nasce l’era digitale e si passa alla creazione dei robot umanoidi ed alla robotica applicata a medicina e neuroscienze. La bionica è in grado di riparare organi, sostituire parti mancanti o gravemente compromesse, fondendo uomo e macchina in una interazione sempre più sinergica. L’ultima frontiera, particolarmente utile in questa fase pandemica, ha visto nascere nell’ospedale di circolo di Varese tra marzo e novembre, Sanbot Elf intervenuto in corsia durante i periodi più drammatici dell’emergenza covid. La sua “telepresenza” ha permesso di interagire coi pazienti arrivando a colloquiare con essi attraverso la voce in remoto dei medici. Anch’esso è presente in questa bellissima esposizione a testimonianza della straordinaria evoluzione dell’intelligenza artificiale che, lungi dall’essere una minaccia per l’uomo, come prefigurato nel celebre romanzo di fantascienza Io Robot di Isaac Asimov, lo sta invece aiutando ad uscire dall’emergenza sanitaria più grave dell’ultimo secolo. Consigliamo quindi a tutti, giovani o adulti, di non perdere questa mostra affascinante.

Merita per davvero.

 

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