Food :: 24 set 2018

Meteo e cibo: 2018 il quarto anno più caldo del pianeta

I dati di Coldiretti

Non c’è che dire… Settembre conferma un 2018 tra gli anni più bollenti del pianeta (per essere più precisi il quarto più hot finora registrato) riportando una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. Un dato sconcertante, certamente non amico dell’agricoltura (1). È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti relative ai primi otto mesi dell’anno sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.
"Una evidente tendenza al surriscaldamento che" – sostiene la Coldiretti - "ha cambiato nel tempo la distribuzione delle coltivazioni e le loro caratteristiche con l’ulivo, tipicamente mediterraneo, che in Italia si è spostato a ridosso delle Alpi mentre in Sicilia ed in Calabria sono arrivate le piante di banane, avocado e di altri frutti esotici Made in Italy, mai viste prima lungo la Penisola. E il vino italiano (2) con il caldo è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, verificandosi un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre". E che dire del mutamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi o per l’affinamento dei formaggi?.

I più penalizzati? I prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico. In fondo lo sappiamo tutti l’agricoltura (3) è l’attività che più di altre dipende dal clima e “soffre” delle conseguenze delle variazioni meteo. Afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: “I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

Lo afferma bene l’ambientalista canadese Hubert Reeves: “L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”.

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