Come la statura di un uomo non si misura in centimetri, così il “peso” di un libro non si valuta dal numero dei suoi fogli ed il volumetto (riferendoci alle sue 150 e poche più pagine) che abbiamo or ora terminato di leggere d'un fiato ne è l’esempio lampante (1).
Affresco pieno di lirismo, ma anche di storia, di mare, di vedute dell’Elba con poche sapienti pennellate di romanticismo: insomma, colmo di quegli ingredienti necessari per sognare ad occhi aperti. Una tavolozza di tecniche diverse, quasi pittoriche: dall’acquerello tenue che definisce i panorami più suggestivi dell’isola ai profili in carboncino dei suoi personaggi, dalla corporeità ad olio dei quadri storici, alle trasparenze che tratteggiano i contorni della vicenda narrata come quelli di una sinopia d’affresco.
C’è tutto il mondo in queste poche pagine (2); la tragedia di ogni uomo comune vis-à-vis alla posizione incomprensibile creatasi in Italia all’indomani dell’otto settembre 1943, quando un re fantoccio e pagliaccio aveva da giorni firmato l'armistizio (ma dovremmo meglio parlare di resa) per fuggire come un ladro, lasciando il suo Paese, o meglio quello che doveva esserlo, in mano ad un altro fantoccio e pagliaccio, il generale Badoglio, il cui proclama sibillino “la guerra continua” portò ancora molti ed inutili lutti fratricidi.
C’è anche il profumo persistente e ricorrente del mare, quel mare dell’Elba così vicino e pur diverso che ben conosce chi lo naviga e qui sapientemente ricamato con i giusti termini tecnici, ma anche la struggente malinconia dei suoi tramonti vista Corsica o l’inquinante trasparenza nebbiosa che avvolge talvolta Pianosa, l’isola “maledetta”…
E poi l’analisi dell’essere umano, questo strano ed incomprensibile animale con i suoi eroismi e le sue viltà, le sue coerenze ed ancor più contraddizioni. Sempre collegate, non a caso, allo sfondo sociopolitico del dramma militare e civile che si stava finendo di consumare. Dove i “cattivi” non sono mai solo da un lato, come ben ricordano gli stupri ed i furti operati dalle truppe marocchine francesi all’Elba (e non solo in quella parte del nostro Paese, purtroppo) e qui tratteggiati in poche ma significative parole.
Un piccolo grande volume, da leggere, lo auguriamo a tutti, veramente in poche ore come abbiamo fatto noi, incapaci di staccarci dalle sue pagine lievi e tremende ad un tempo.
Naturalmente, non manca un finale inatteso.
Leggetelo amici (3), ne vale la pena.
I dannati del Priamar
Gianfranco Vanagolli
Edizioni il Frangente, 2021
Pag. 160
Brossura
Prezzo: 15,20
Altre info: