L’arte di mangiar selvatico? Un invito? Certamente sì ma sopratutto il titolo di uno degli ultimi nati edito Sarnus, del duo Andrea Papini, ingegnere di formazione e appassionato di natura e Valentina Baronti giornalista innamorata della campagna (1).
Il tema delle oltre 180 pagine (2), l’utilizzo delle erbe spontanee ai fornelli come ben si evince già in copertina. Un argomento piuttosto in voga da qualche anno ormai, sulla scia di una moda che sembra avvincere non pochi, il foraging, in risposta all’impellente esigenza del mangiar sano connessa alla salubre attività dell'andar per boschi a raccogliere piante e frutti selvatici (3).
Ebbene, il nuovo libro va oltre: gli autori, infatti, rielaborano “corpose ricette tradizionali”, un tempo alla base della dieta quotidiana popolare o panacea per disturbi che nessun medico si prendeva la briga di curare. Nella prima metà del secolo scorso, le erbe erano letteralmente una risposta a dei bisogni, che fossero di fame o di guarigione. Alias una necessità e non solo ingredienti per piatti new age.
Sfogliando le pagine corredate da un’affascinante e ampia sezione botanica (4) con nomi scientifici e volgari delle singole piante, consigli d’uso e splendidi disegni, si spazia dal capitolo sulle minestre tra zuppe, polente e risotti (Risotto con gli Strigoli? parliamone…), quello dei ripieni come ravioli e gnocchi, fino alle erbe cotte, le fritture, le insalate e le preparazioni per i dolci.
C’è veramente l’imbarazzo della scelta e se i disegni non fossero sufficientemente esaurienti per individuare “visivamente” l’erba citata in ricetta, ecco che una carrellata di foto in una sorta di album a pag 65, risolve il problema per nulla banale (chi è cittadino non gli è dato di conoscere ogni spontanea).
Un bel regalo da fare all’amica per il prossimo invito a cena sotto il pergolato. O da farsi per la passeggiata estiva che verrà, in mezzo ai boschi (5).
“L’arte di mangiar selvatico”
Andrea Papini, Valentina Baronti
Editore: Sarnus, 2022
Pagine: 216
Prezzo: 18 euro
Altre info: