Le bandiere sono, da sempre, un universo a sé, non senza qualche aspetto interessante se non proprio affascinante e, per secoli, sono stati i principali (talvolta i soli) strumenti di comunicazione, specialmente in mare, così come comuni nell’immaginazione al ricordo di tutti noi. Pensiamo alla bandiera dei pirati, simpatico retaggio dei giochi infantili ed ancora oggi visibile in porto su qualche imbarcazione, benché, per inciso, vietata dal Codice della navigazione e dalle Convenzioni marittime internazionali, prima ancora che dal buon gusto… ma questa è altra storia.
Numerose poi sono le bandiere da segnalazione (ormai nella preistoria nautica sostituite oggi da mille apparati elettrici, telefonici, elettronici, satellitari) che fino ad un passato ancora relativamente recente, annunciavano eventi anche sgradevoli o talvolta tragici a bordo. E così già dal titolo di questo piacevolissimo romanzo (1) firmato da Gianfranco Vanagolli (2) per l'editore Ensamble, si annuncia la tragedia, prima imminente e poi consumata, fino all’ingresso in porto con la bandiera relativa, a bruno appunto ed all’epigono della storia.
Il volume (3) di cui parliamo narra sì di mare ma non solo. Ed infatti prima che racconto marinaresco (certamente sempre presente e gestito con maestria dall’autore, complice un lessico tecnico adeguato quanto elegante), la trama colpisce per altre e più sottili suggestioni.
Così il tempo ed il luogo della collocazione, siamo nel 1936, tra l’Italia dell’epoca e le sue velleità coloniali, sapientemente pennellate, anzi quasi visibili e direi “dipinte”, dalla maestria della narrazione che ci lascia respirare l’intrigante intreccio con la guerra imminente ma non ancora scoppiata, il micro-macro cosmo di una nave (universo ristretto ma a suo modo infinito) le tentazioni esotiche (non a caso la presenza di una bella “bruna” che tutti incanta, molti solletica e nessuno soddisfa), le poche grandezze e le molte inenarrabili promiscuità squallide che altro non sono se non la metafora della vita umana, in mare come in terra.
Infine, tocco di maestria che tutto rende più appetitoso, l'intreccio noir relativo appunto alla scoperta di un cadavere, foriero di ben altre e ben più sgradevoli e sgradite sorprese, specialmente nel contesto storico narrato.
Su tutto e tutti aleggia il mare, anche in questo caso ben collocato in un quadro d’antan come nel faro di capo Guardafui, allora celebre ed ora totalmente negletto in Italia, meno in Corno d’Africa ove ancora oggi si trova questa straordinaria opera, architettonicamente parlando, testimonianza storica di un’epoca sepolta che ci parla di un’Italia e di un mondo ormai lontani.
Magnifico affresco di un’epoca e di sentimenti con squarci sulle meschinità umane che l’oceano annulla nel suo perenne movimento.
Bandiera a bruno per la Diletta Mauro
Gianfranco Vanagolli
Ensemble, 2019
Pp: 160 pagine
Prezzo: 16 euro