C'era una volta l'Harry’s Bar (1). E c'è ancora per fortuna da ben 65 lunghi anni di accoglienza elegante vocata alla qualità di livello internazionale sia per le proposte gastronomiche, sia per gli esclusivi cocktail. Siamo a Firenze, nel Lungarno "elitario", quello del Grand Hotel o dell’Excelsior in piazza Ognissanti. Oggi questo locale icona delle serate glamour fiorentine acquisisce un valore più attuale, in linea con una domanda diversa da "ieri" senza però dimenticare quel mood d'antan, vuoi da red carpet ma tutto fiorentino, che lo ha reso unico. Harry’s Bar. Un mito, dal 1953. Non ancora tramontato e sempre vivo tra i cittadini. Imprenditori che pranzano sempre allo stesso tavolo, famiglie che si riuniscono la domenica, ma anche giovani che tra le eleganti boiseries festeggiano fino a notte fonda le nozze in mezzo agli amici, tra le note del piano bar e i cocktail del bar manager pluripremiato Thomas Martini. Oggi la famiglia Bechi, proprietaria del locale, festeggia il compleanno offrendo alla clientela un ambiente nuovo, attento anche alle esigenze di privacy. Nasce infatti la Luxury Lounge (2) al piano superiore, una sala raffinata con 5 finestre panoramiche sul lungarno ed un banco bar che porta un tema nuovo, quello di Simonetta Vespucci, la nobildonna italiana, amata, fra gli altri, da Botticelli che ne fece la sua musa (3).
Lato gourmet, tra i must della cucina dell'Harry’s la celebre tartare di manzo, in carta con la specifica “manzo nazionale Igp”, da sempre battuta e condita al tavolo davanti al cliente. O i tagliolini gratinati al Parmigiano con prosciutto, gli spaghettini di grano duro “la Sergio”, le code di gamberi o il pollo al curry aromatico con riso pilaf e mango chutney, ma anche l’insalata di pollo, l’hamburger, il piatto di milanesine, il club sandwich, perfino la purée di spinaci. A tale proposito il direttore Roberto Focardi racconta che - "I tortellini al ragout arrivano da Parma, da Orlandini e sono realizzati con 12 uova per ogni chilo di farina (metà intere, metà solo rossi), mentre il ragout, da carne selezionata di manzo e maiale, cuoce a fuoco basso e lento per otto-nove ore" o ancora che "I salumi serviti per gli aperitivi e per gli aficionados che non sanno farne a meno, magari con una coppa di champagne, sono tutti prodotti da artigiani toscani". Ingredienti certificati e il più possibile genuini e di filiera corta. Ci sono poi piatti che variano quattro volte l’anno, secondo le stagioni: tra queste, nel menù invernale, un delizioso filetto di baccalà, il maialino da latte croccante con salsa medicea, l’immancabile “fiorentina”, l’ossobuco con riso e zafferano, la scaloppa di foie gras con brioche e datteri, gli gnocchi di patate con pescatrice e carciofi, il risotto Carnaroli al Brunello di Montalcino e piccione. E poi le ostriche con il loro abbinamento più consono e cioè lo champagne, grandi bottiglie preferibilmente nazionali, ma con qualche divagazione oltralpe come il Perrier Jouet Grand Brut. Tornando alle ostriche, Roberto Focardi le conosce tutte anche se è indubbia la sua "debolezza" per quella concava selvaggia la Fine de Binic e la Bouzigues. Da assaggiare, quindi, la portata "Ostriche Bretagna Fine de Benic Selvagge". Attenzione alla dipendenza, però, una tira l'altra e non si vorrebbe mai dire basta.
Infine il bar, cuore pulsante della signorile struttura dove si socializza tra i "sempreverdi" Bellini, Martini o Negroni. Ma c'è spazio anche per il "nuovo di tendenza" come i Gin Tonic aromatizzati, i prodotti toscani, tra vodka e gin, gli sciroppi alla rosa, alla frutta. Insomma, "new wave" nel classico. Perché andarci? Se amate le ostriche sarebbe già sufficiente, ma comunque anche le altre suggestioni in carta non vi deluderanno. E poi l'atmosfera, quella unica ed insostituibile di un pezzetto di storia, un "morceau" sulle rive dell'Arno d'argento (4) ove sono passati ospiti illustri o meno poco importa: tutti amanti del buon (e bel) vivere.
Harry's Bar Firenze
L.no A. Vespucci 22/R
50100 Firenze