Quando accadono imprevisti occorre rimettersi in piedi, e subito: la Roncadin di Meduno (1), in provincia di Pordenone, 500 dipendenti, un fatturato 2016 di 97 milioni di euro, indica la via. I fatti sono questi: venerdì 22 settembre, alle 5,30, l’azienda brucia; lunedì 25 settembre, alle 5 del mattino, gli operai (2) già erano intenti ad eseguire le prove per tornare alla normalità. L’obiettivo è quello di riprendere fin da subito la produzione di 237.000 pizze al giorno (3), per incrementare progressivamente il volume e tornare a regime. Contemporaneamente sono partiti i lavori per la realizzazione di un’altra linea, così da tornare nel giro di 6 mesi ai turni di lavoro abituali.
L’incendio, scoppiato per cause accidentali ancora non identificate dagli inquirenti, ha devastato la parte dello stabilimento che ospitava le 4 linee entrate in funzione negli ultimi dieci anni, ma che ha neppure sfiorato le due linee installate più di recente (l’ultima delle quali inaugurata all’inizio di settembre 2017), che sono decisamente più performanti e collocate in una zona separata e indipendente.
Dario Roncadin (4), amministratore delegato di Roncadin Spa, nata nel 1992 per la produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale, intende ringraziare tutti - da dipendenti ai fornitori, dalle istituzioni alle forze di sicurezza - per quest’ennesimo “miracolo all’italiana” che dimostra come nelle emergenze il nostro paese dia il meglio di sé.
La parte nuova dell’azienda si è comunque salvata, grazie a i protocolli di sicurezza e alle barriere antincendio che hanno funzionato a dovere; così è stato recuperato il salvabile, riallestita la catena produttiva e a 72 ore dal rogo è stato possibile ripartire.
Roncadin produce 82 milioni di pezzi fra pizze (5) e snack, realizzate con un esclusivo metodo brevettato e con l’impiego del 100% di energia sostenibile: un patrimonio di conoscenze e di laboriosità che il rispetto dei protocolli e l’impegno degli uomini è riuscito a salvare.