Focus On :: 24 giu 2020

Donne in diplomazia - Intervista a Manon Hansemann

Console di Francia per la Toscana

Incontro la Console Onorario di Francia in Toscana Manon Hansemann (1) all'Istituto francese di Firenze (2) che presiede. Donna elegante, la mia attenzione è subito inevitabilmente attratta dalla sua "chemise" vintage di Hermès che ogni donna vorrebbe possedere. Ma anche dai suoi modi stilosi, raffinati che raccontano una carriera ai vertici della diplomazia e della cultura. Architetto, esperta d'arte, pittrice, chef tra le mura domestiche ma anche mamma e moglie, Madame Hansemann incarna quella figura femminile polivalente moderna capace di rendere onore al genere “rosa”... 

 

Il suo ruolo in qualità di Console Onorario di Francia e direttrice dell'Institut Français, quali le mansioni quotidiane più importanti?

Premesso che in Toscana ci sono 5000 francesi iscritti al registro, in realtà quindi molti di più, oltre ai circa 200 mila turisti nel periodo estivo (in tempi normali), il mio apporto diplomatico passa dalle classiche procedure amministrative al servizio dei miei connazionali, al rigoroso presidio di importanti personalità politiche di passaggio in Toscana. Come l'anno scorso quando è venuto per alcuni giorni a Firenze Jean-Yves Le Drian Ministro d'Europa e degli affari esteri. Il mio campito consisteva, tra l'altro, nel sovrintendere a tutta la complessa macchina della sicurezza, coordinando i rapporti tra il servizio arrivato dalla Francia per la sua tutela e quello italiano ugualmente garante della sua incolumità. In qualità di Direttrice dell’Institut Français invece, mi attivo per creare dei veri e propri ponti culturali tra il mio Paese e l'Italia. Tante le iniziative che vanno dai corsi di lingua francese, alle diverse manifestazioni per far conoscere la lingua, la civiltà a la cultura francese, agli incontri con rinomati autori, fino al cinema di cui proponiamo un'ampia rassegna anche di Paesi francofoni come il Canada o il Belgio. E comunque punto chiave della mia agenda lavorativa, il delicato ma fondamentale lavoro di partnership con altre Istituzioni.

 

Console, esperta d'arte, moglie e mamma... Ci racconti la sua giornata tipo, da quando si alza fino alla sera. 

Sveglia presto e sessione di yoga con mio marito di circa 45 minuti. Colazione ricca, a base di tartine grigliate e abbondante formaggio che amo in tutte le sue espressioni, olio d'oliva e tè verde Sencha a fiumi. La prima colazione è per noi un vero rito e ci piace assaporarla "comme il faut", prendendoci il tempo necessario. Insieme a mio marito, accompagno poi nostra figlia alla scuola francese e prima di entrare in Istituto mi concedo un caffè "chez Massimo" al Caffè San Carlo in Borgo Ognissanti. Normalmente finisco il mio lavoro tra le 18 e le 19, e se non ho impegni di natura diplomatica, mi dedico alla cucina. Sia io, sia mio marito ci divertiamo ai fornelli ma solo con suggestioni salutari, spesso al vapore, tanta frutta e verdura di stagione, pesce e niente carne.

 

Camembert, erbe di Provenza o burro artigianale, quale dei tre prodotti è per lei un must have in cucina? 

Purtroppo nessuno dei tre! Il mio must have è l'olio d'oliva. Essendo di Montpellier, usiamo tanto olio evo in cucina e pochissimo burro a differenza, per esempio, di altre zone di Francia come la Normandia. In particolare, quando sono nella mia città natale, non manca mai quello prodotto nelle zone d'Avignon.

 

Cosa "adora" della tradizione culinaria francese?

Come avrà capito dal mio "petit dejeuner", i formaggi, inclusi quelli più forti, come gli erborinati (3).

 

E in Italia?

Confesso di prediligere tutto ciò che è preparato con i carciofi: pasta, risotto, frittata... e la Caponata, di cui sono ghiottissima. 

 

Si sente di consigliare un locale ai quei lettori che prevedono di soggiornare a Montpellier?

L'Heure Bleue! In Rue de la Carbonnerie! Un gioiello d'accoglienza. Un pò Sala da Tè, un pò boutique vintage di accessori moda, un pò museo... Imperdibile il dolce al limone e semi di papavero.

 

Lei è anche architetto, un palazzo o un luogo a Firenze che la affascina in particolare?

La scelta è ardua... Ogni volta che passo dalla Piazza della Santissima Annunziata (4) resto incantata da tanta armonia e bellezza. Trovo sia l'esempio di piazza perfetta. Un progetto straordinario fatto di magistrale equilibrio tra pieni e vuoti, di proporzioni impeccabili, di magnifiche arcate, di putti... 

 

Anche pittrice... Se dovesse definire Firenze con un colore?

L'ocra. Proprio ora sto lavorando alla prima pagina dei pamphlets per il calendario di corsi per l'anno prossimo (5 - Bozzetti preparatori). Sono 5 le città dove c’è l’Istituto Francese che devo rappresentare in disegno. Firenze mi piacerebbe dominata dall'ocra ma non è detto... tutto è ancora in divenire.

 

Una domanda legata all'universo moda è d'obbligo... come ogni donna, anche lei avrà una "debolezza": borse, occhiali, cappelli?

Foulard! Colleziono foulard vintage e non solo... di Hermès. Sono piccole opere d'arte, da indossare ma anche da esporre alle pareti. Penso al "vecchio" modello "In the pocket" (6), rieditato tra il 2008 e il 2009. Vi rivelo una curiosità... Due volte l'anno al Palazzo dei Congressi di Parigi, vanno in scena i celebri saldi Hermès. Si trovano delle vere meraviglie della maison di moda. Tra cui i foulard, appunto.

 

Signore, siete avvisate...

 

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