Focus On :: 22 apr 2021

Blockchain e food, cosa sapere? L’opinione dei fondatori della piattaforma Trusty

Lo strumento di comunicazione che consolida il link tra imprese e consumatori

Conoscete la tecnologia Blockchain? Sapete che è rivoluzionaria e performante anche nel settore agroalimentare? Ne parliamo con il duo Lorenzo Di Berardino e Alessandro Chelli, Ceo e fondatori della  startup tutta made in Italy Apio (1- 2) che, insieme a Var Group, ha sviluppato la piattaforma Trusty, dedicata alle aziende del settore alimentare. L’obbiettivo? Garantire maggior trasparenza e tracciabilità per le Piccole e Medie Imprese (PMI) del settore food, così da poter, anch'esse, raccontare ai propri clienti qualità, fasi di produzione, materie prime e molto di più (3 - 4), ma anche e sopratutto per il consumatore finale che, grazie a un approccio digitale innovativo (5), smart e here and now, può adempiere in totale consapevolezza alla propria shopping experience (6). Insomma, etica e autenticità di prodotto vanno comunicati. Per il bene di chi produce, di chi fa la spesa ogni giorno e, perché no, anche dell'ambiente. Perché la conoscenza rende liberi ma anche "più virtuosi".

 

Lorenzo Di Berardino e Alessandro Chelli, qual è la formazione e da dove nasce lo spunto per un progetto così innovativo?

Rispettivamente classe 1990 e 1992, proveniamo entrambi da studi di Ingegneria Informatica presso Università Politecnica delle Marche. Nel 2014 abbiamo fondato l'azienda Apio, con l'obiettivo di offrire soluzioni Internet of Things alle imprese. Oggi, Apio è un punto di riferimento per tecnologie innovative quali l’Internet of Things e la Blockchain e, grazie alle competenze digitali del team, collaboriamo con le più grosse aziende nazionali ed internazionali come ad esempio A2A, Acea, Enel e Indra. Nel 2019 Apio, grazie alla collaborazione con Var Group, sviluppa Trusty, la piattaforma verticale per il mercato agroalimentare, realizzata su tecnologia IBM Food Trust, che utilizza la tecnologia Blockchain per offrire al settore un nuovo strumento di comunicazione che possa raccontare e certificare la propria storia attraverso un semplice QR-Code da applicare sul prodotto stesso.

L'idea di Trusty nasce dal bisogno di democratizzare queste tecnologie e quindi quella comunicazione che fino ad ora è stata in mano solo alle grandi aziende che, con importanti team di Ricerca e Sviluppo interni e consistenti fondi, hanno potuto sviluppare piattaforme su misura dei loro prodotti, filiere e clienti. Trusty oggi è in grado di offrire alle PMI del settore agroalimentare uno strumento di comunicazione Direct-To-Consumer basato su Trasparenza, Tracciabilità e Fiducia.

 

In estrema sintesi, ci spiega, per chi ancora non la conoscesse, cosa è la blockchain e le sue peculiarità?

C’è un proverbio latino che dice: “Verba Volant Scripta Manent”, che letteralmente significa “Le parole volano, ma gli scritti rimangono” e, sebbene fino ad oggi gli scritti possano essere utilizzati come prove incontrovertibili, l’informazione digitale ci ha permesso di vedere come questi possano essere falsificati (Fake News) o modificati e quindi di per sé non costituiscono più una prova incontrovertibile. La Blockchain in questo contesto associa alle informazioni digitali le prove che consentono a chi le riceve di verificare la data e l’identità dell’informazione registrata senza ricorrere ad un intermediario. Questo cambio di paradigma facilita un nuovo tipo di informazione digitale, basata sul concetto di “Don’t Trust But Verify”, lasciando alle persone la libertà di verificare le informazioni che desiderano. Passando ad una definizione più tecnica quindi, la blockchain è un'infrastruttura informatica in cui le informazioni vengono archiviate in maniera cronologica all’interno di blocchi, che sono distribuiti su una rete che garantisce l’immutabilità e l’incensurabilità.

 

Perché l’idea di focalizzare questa tecnologia sul settore food?

Giusto per dare qualche numero, il mercato agroalimentare italiano vale circa 133 miliardi di euro, con una offerta di lavoro che coinvolge 3,2 milioni di persone. Cifre notevoli, che parlano chiaro: siamo un Paese strutturalmente pronto per fare il salto di qualità. L’innovazione è la scintilla per innescare una reazione a catena di benefici, attraverso servizi di tracciabilità in tempo reale che certificano la qualità della produzione e incrementano i guadagni. E soprattutto eliminano le criticità del mondo globalizzato. La tracciabilità è un’arma che siamo convinti di dover dare ai produttori anche per abbattere un nemico storico del Made In Italy: l’Italian Sounding, fenomeno che attraverso lo storpiamento di nomi di prodotti italiani tenta di evocare nel consumatore il pensiero che ciò che ha davanti a sé sia stato davvero prodotto in Italia, sinonimo di qualità, mentre  in realtà si tratta solo di un inganno.

 

Vantaggi al produttore prima e al consumatore poi?

Per quanto riguarda i produttori, applicare la tecnologia Blockchain all'interno delle loro imprese, innanzitutto, serve a rafforzare l'identità dei loro prodotti. Facciamo un esempio: immaginiamo che sullo stesso scaffale di un supermercato troviamo lo stesso alimento, ma prodotto da due aziende diverse, con una differenza di prezzo minima; ecco, noi (e gli studi lo confermano) siamo convinti che se il consumatore ha consapevolezza del motivo che sta dietro alla differenza di prezzo, poi sceglie quel prodotto se è più sostenibile e è stato lavorato in una condizione ottimale. Chi di voi acquisterebbe il cioccolato da una azienda che sfrutta il lavoro minorile?

Lo studio "Transparency ROI Study" condotto dal Label Insights ci afferma come il 94 % dei consumatori vorrebbe maggiori informazioni sui prodotti che acquista proprio per avere la possibilità di scegliere ciò che mettono nel carrello in modo consapevole. Infatti, i clienti di oggi e in particolare quelli delle nuove generazioni, non sono più spinti ad acquistare da politiche di risparmio ma sono disposti a spendere anche di più per prodotti che magari fanno bene anche al pianeta.

Proprio per questo motivo riteniamo che il progetto Trusty possa portare vantaggi a entrambe le parti, l'azienda e l'utente finale. Aumentare la trasparenza verso i consumatori e creare nuovi canali di comunicazione (over the label) permettono alle imprese del settore di mettere in piedi nuovi progetti che costruiscono i valori fondamentali di comunicazione verso le nuove generazioni di shopper.

 

In Italia la blockchain può rappresentare per le PMI un’occasione di ampliamento di mercato anche oltre confine?

Certo. La blockchain rappresenta un'occasione di ampliamento per le PMI nei mercati esteri soprattutto per quanto riguarda la tutela del "Made in Italy". La contraffazione di prodotti italiani all'estero, il cosiddetto "Italian Sounding", ogni anno crea danni alle aziende italiane, quantificabili in miliardi di euro, oltre a minare il rapporto di fiducia dei consumatori nei confronti dell'azienda stessa. La Blockchain, per le sue caratteristiche intrinseche, è il mezzo ideale per supportare le filiere delle PMI italiane e condividere le informazioni di tracciabilità e trasparenza, in modo sicuro e immutabile, anche nei confronti degli utenti esteri. 

 

La pisana Maria Chiara Carrozza è la nuova presidente CNR, aspettative inerenti la ricerca tecnologica nel nostro Paese?

La ricerca tecnologica nel nostro Paese deve avere come unico scopo quello di perseguire con forza la strada dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile ed effettuare ricerche che ci permettano di raggiungere degli obiettivi così sfidanti e ancora così lontani. Maria Chiara Carrozza è una persona che ha saputo dimostrare con i fatti il suo valore e siamo sicuri che potrà definire una strategia in grado di creare posti di lavoro e generare benessere per questo Paese.

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