Un interessante concetto di pluri valenza, questo è Todo Modo (1): wine bar e ristorante ma anche e soprattutto libreria (2), con oltre 15 mila titoli.
Siamo a Firenze, in via de Fossi, nella zona tra le più centrali del capoluogo toscano, qui Pietro Torrigiani e Maddalena Fossombroni (3), due giovani dal piglio imprenditoriale e soprattutto affascinati dai numerosi corner bar nelle librerie che costellano un pò ovunque la metropoli argentina di Buonos Aires, inaugurano, insieme ad altri 5 soci, nel 2014, Todo Modo.
Una magnifica contaminazione fatta di libri e cibo, o meglio ancora di vino di qualità, grazie soprattutto al know how dell’azienda agricola toscana Vigliano, uno dei partners del progetto.
Ma il cibo è una conseguenza…
Pietro e Maddalena, oggi soli al timone di questo tempio della “buona lettura”, “nascono” entrambi grandi cultori del variegato mondo della carta, dei libri ma anche della cancelleria esclusiva, quella di nicchia, dal Giappone per esempio.
Il concept ristorativo è quasi casuale e con l’ausilio di un architetto, inventano un’offerta molto creativa: piatti scomposti, una sorta di bento giapponese, dove i prodotti arrivano dalla spesa delle botteghe di zona e il menù fedele alle materie prime ma a prezzi accessibili, spazia dal Baccalà mantecato ai fichi e culaccia. Un’idea da subito vincente.
La risposta positiva a questo spazio polifunzionale che anche oggi sembra non subire flessioni, affascina una clientela molto eterogenea: “Nonostante il nostro sia un format dal taglio e dal design decisamente fresco e giovane, ci fanno visita persone e curiosi di ogni tipo: dall’abituale signore novantenne a cui riserviamo una poltrona con il suo nome (4), al cinquantenne che ama sorseggiare l’aperitivo in un mood diverso dai canoni classici, passando dalla professoressa e dallo studente” - dichiara Pietro.
Il concetto di standardizzazione è completamente alieno alla filosofia di Todo Modo: multi età e multi razziale (tanti stranieri), così si potrebbe definire il pubblico di questo spazio “meticcio”. Ibrido e originale anche nel décor degli ambienti (5), un mix & match di elementi d’arredo “custom made”, creati da un amico artista che ha pensato a sedie “composte” e “incrociate” (6), ognuna diversa dall’altra, e a banconi fatti con gli scuri delle finestre.
Un luogo in cui trascorrere molte ore, indipendentemente da ciò che si cerca, complice un titolare sempre pronto per una soluzione, un suggerimento, qualche chiacchiera… “Ci piace ascoltare e ci diverte paragonarci a dei jukebox: ci viene fornito un argomento e noi, seduta stante, troviamo una risposta per una lettura specifica, un regalo….” - ci racconta sempre Pietro.
Un bistrò del tempo ritrovato e dalle tante anime, in cui, tra l’altro, è anche possibile scovare vere e proprie chicche di cartoleria provenienti da paesi come la Cecoslovacchia o semplicemente da “casa nostra” dove penne che sembrano sigari regalano l’illusione dell’eternità grazie all’inchiostro “senza fine”.
Per uno spuntino, un caffè (7) o la scoperta dell’ultimo libro (8), Todo Modo, è spazio prima di tutto conviviale (9), di meeting point, di concerti o seminari. Il martedì si raccontano i libri, il giovedì c’è il cine forum, il sabato lectio magistralis su argomenti vari…
Narrativa, poesia e food vanno in scena in un piccolo ambiente fatto a quinta teatrale (10)… un esempio? a fine settembre l’autrice americana, ma naturalizzata italiana, Emiko Davis racconterà il suo “Acquacotta”.
Insomma, un approccio lontano dalle mode seriali figlie della globalizzazione, un caffè letterario dal piglio contemporaneo per emozioni autentiche.