Riconoscimenti a livello internazionale come se piovesse. Affascinate e determinata, lei è Regina dell'oro nero, Paola Francesca Bertani che, dalla splendida isola d'Elba, veicola il savoir faire made in Italy nel mondo attraverso la sua personale interpretazione dell'universo cioccolato (1 - 2). Numerose le riviste del settore enogastronomico che hanno raccontato e continuano a farlo, il suo talento così come diverse guide tra cui, le Guide dell’espresso, Le Mappe del Gusto etc. Una donna che non scende certamente a compromessi, né nella vita, né tantomeno nella professione: per le sue produzioni, sceglie, infatti, il cioccolato di piccoli produttori con cui condividere la qualità assieme ai buoni principi. Opzioni di vita e di processazione etiche spesso poco remunerative dietro alle dolci suggestioni proposto al mercato. Ma come lei stessa ben afferma "un prodotto ludico non può provenire dallo sfruttamento di bimbi o campesinos".
Rigore, rispetto, profonda conoscenza e creatività quanto basta, i suoi atout. Nel pezzo ci rivela (3) cosa significhi oggi essere donna nell'ambiente della pasticceria italiana (4) e molto di più.
Professione maitre chocolatier, quando ha capito che era questa la sua "strada"?
Il cioccolato è uno dei miei cibi preferiti. Lo amo da sempre e da bambina ne ero golosissima. Durante gli studi in cast alimenti per diventare pasticcera, la settimana per me più bella è stata quella sul cioccolato con il maestro Eliseo Tonti. La scintilla che però mi ha indirizzato a specializzarmi nell'arte cioccolatiera è stata una visita in Selmi. Ero andata per visionare un macchinario per tostare il caffè e il caso ha voluto che vedessi invece le temperatrici per il cioccolato. Il maestro Maurizio Allodi ha notato il mio interesse e mi ha chiesto se volessi provare a fare una pralina. Abbiamo creato una pralina col guscio di cioccolato al latte e il ripieno di caramello all'albicocca. Capii che quella era la strada giusta (5).
Ci parli in breve della sua attività in questo momento: criticità e punti di forza...
Questo particolare periodo di Covid è sicuramente pieno di ostacoli e criticità. Fare cioccolato di qualità è già una sfida in un momento normale, col Covid è diventata un'impresa degna delle 12 fatiche di Ercole. I costi di produzione sono aumentati e le possibilità di vendita diminuite, un binomio decisamente tremendo. Nonostante le avversità però questo momento ha anche sottolineato il grande punto di forza della mia attività: offrire un prodotto unico, esclusivo e di alto livello.
Senza il Covid probabilmente non avrei investito nello shop on line e i miei prodotti non sarebbero stati scoperti da così tante persone, in breve tempo.
In quanto donne, il percorso per far valere i proprio obiettivi non è sempre in discesa, un lato del suo carattere che l'ha particolarmente sostenuta per arrivare dove è oggi?
Essere donna nel settore pasticceria in Italia di sicuro non è semplice. Ci sono ancora troppi stereotipi che vedono le donne in pasticceria come valide collaboratrici solo in negozio, come commesse alla vendita, sebbene negli ultimi anni varie donne sono riuscite ad emergere, facendo cambiare opinione a tanti. Durante il mio percorso ho dovuto affrontare vari ostacoli e sicuramente ciò che mi ha aiutata è stata la mia natura resiliente. Restare positiva davanti alle avversità, reagire prendendo il buono delle situazioni, trasformando il cattivo in qualcosa di diverso senza farmi condizionare e senza permettere che le brutture degli altri mi cambiassero. Resistere alle avversità usando gentilezza e coraggio, due doti decisamente molto femminili.
Le donne che fanno squadra hanno una marcia in più?
Devo dire che per la mia personale esperienza non é fare squadra con solo donne o soli uomini a dare la marcia in più. Quello che rende davvero vincente un team è l'essere formato da persone fortemente motivate, piene di entusiasmo e propositive. I risultati migliori li ho sempre ottenuti avendo come compagni di avventura donne e uomini che si rispettavano e comprendevano i punti di forza delle visioni diverse. Ho visto team tutti al femminile fallire per manie di protagonismo personali, idem team tutti al maschile formati da "prime donne". Collaborazione, comprensione e spirito di squadra sono le uniche vere marce in più.
Piaga del femminicidio, cosa si sente di dire alle donne e non solo affinché questo orrore abbia fine una volta per tutte?
Finché nel mondo esisteranno persone prepotenti e senza anima, uccidere chi è apparentemente più debole come una donna, un bambino, un animale, un anziano, una minoranza etnica sarà una costante. Fare informazione e sbandierare slogan politici non è sufficiente. Non è il corso di autodifesa o la bomboletta al peperoncino che possono fermare questa piaga sociale. Deve cambiare l'educazione, deve cambiare la mentalità. Nel medioevo ci mettevano al rogo come streghe, oggi ci uccidono con mille pretesti. Ci vorrebbero pene molto più severe per questo crimine e invece si osserva una pigrizia ed un lassismo senza pari nel voler davvero fare qualcosa di concreto. Alle donne posso solo dire di non accettare mai umiliazioni e prevaricazioni, agire sempre subito cercando aiuto, anche se purtroppo spesso un vero aiuto non c'è e si è da sole contro il mondo, in particolare in certi Paesi dove una donna vale meno di un pugno di sabbia.
Agli uomini vorrei dire: rispettate le donne, non difendete chi tra voi si trasforma in assassino, non date solidarietà a chi al bar fa le solite battutine sessiste, create educazione, create vergogna e dissenso verso chi alza violenza.
Pensate se toccasse a vostra madre o a vostra sorella... dipende da ognuno di noi.
La prima cosa che farà, non appena l'emergenza Covid sarà un (brutto) ricordo?
Vorrei andare finalmente in Perù a visitare le piantagioni di cacao e il laboratorio di produzione di Tesoro Amazonico, uno dei miei fornitori di cioccolato artigianale. Ho sempre rimandato questa trasferta pensando che tanto il Perù non scappa... ecco, mi sono resa conto che sicuramente il Perù starà lì per molto tempo ma che possono accadere eventi straordinari che lo mettono decisamente fuori portata.