Per lei l'arte non ha segreti. Figura con un back ground lavorativo e di specializzazione (vanta tra gli altri i Corsi di Alta Formazione in “Editoria dei Beni culturali” alla Normale di Pisa), da lasciar incantati chiunque abbia il piacere di incontrarla. Giuliana Pascucci, responsabile scientifico e conservatrice dei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata (1 - 2 - 3 - 4) risponde alle domande del nostro format sulle protagoniste che si distinguono nel loro settore. Storica dell’arte e museologa (5), svolge attività di studio e catalogazione del patrimonio, di valorizzazione e promozione attraverso l’educazione permanente ed è responsabile dell’elaborazione di supporti di visita multimediali correlati ai nuovi allestimenti (6). Non si contano le pubblicazioni a suo nome tra saggi d’arte e contribuiti sui processi di significazione della forma museo e della sua comunicazione, sul rapporto museo–tecnologie e sulla valorizzazione del patrimonio e dei paesaggi culturali. Un esempio in rosa, con l'etica professionale al centro.
Quando ha capito che il mondo dell'arte sarebbe stato il centro della sua vita professionale?
Credo da sempre, ma è stata la lettura di uno dei saggi più famosi di Erwin Panofsky, "Il significato nelle arti visive" del ‘55, a farmi comprendere le infinite possibilità della storia d’arte nel rivelare i processi culturali che hanno dato vita a quei manufatti, fatti ad arte, in cui sono state prodotte o sono divenute quel che sono. Più siamo in grado di recuperare il significato delle cose e di integrarlo nel nostro orizzonte più il nostro mondo si allarga e acquista profondità. Sin da bambina ho assorbito il fascino dell’arte sotto la guida di mia madre che mi accompagnava a visitare le chiese romaniche delle Marche con le loro espressioni pittoriche e architettoniche. Il piacere e la soddisfazione di rintracciare “il senso delle cose” nel patrimonio che vivo quotidianamente, assaporare quel genius loci dell’identità culturale, mi rende partecipe di una comunità e rende oggi il mio lavoro funzionale alla sua salvaguardia e valorizzazione.
Ci parli in breve della sua attività in questo momento: criticità e punti di forza...
Gli istituti museali oramai sono partecipi dei più complessi mutamenti culturali e sociali che caratterizzano il presente. Sono dei veri e propri connettori culturali per soddisfare i bisogni di un pubblico che è cambiato rapidamente nel corso degli ultimi anni. Il ruolo dei musei nella società e la sua definizione sono argomento di dibattito nazionale e internazionale. Grandi e piccoli, pubblici e privati, nazionali e locali, tutti concorrono in modo diverso alla salvaguardia di un patrimonio comune, alla interpretazione e mediazione del presente attraverso il passato, volgendo lo sguardo verso il futuro. Nonostante la crisi in atto dovuta all’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio anche il mondo dei musei dobbiamo essere capaci di affrontare il cambiamento con approcci innovativi re-inventando la capacità di promuovere la partecipazione, la diversità, la trasparenza, in altre parole, di reinventare il ruolo sociale del museo. Paradossalmente, a porte chiuse, i musei non sono mai stati tanto accessibili come in questo momento. Infatti durante la prima fase pandemica i nostri istituti, anche quelli più piccoli e non dotati di tecnologie all’avanguardia, hanno contribuito a sostenere la resilienza delle comunità. Oggi, dopo una prima riapertura (che ci ha visto porre i nostri istituti in sicurezza, riformulare i servizi e le attività) siamo chiamati non solo a soddisfare bisogni contingenti dettati da norme sanitarie e di distanziamento fisico ma a condividere una nuova progettazione in chiave accessibile e inclusiva. In un processo continuo che coinvolge in maniera trasversale tutti i diversi settori di azione del museo (dalla conservazione alla valorizzazione sino alla promozione) attraverso un ripensamento non soltanto degli strumenti di comunicazione, ma anche e soprattutto con una nuova propulsione nella gestione scientifica, manageriale, organizzativa e culturale.
Questo purtroppo per quanto concerne gli istituti culturali degli enti locali porta alla luce i nodi di antiche criticità e apre un capitolo che occorrerebbe riscrivere non solo da un punto di vista amministrativo ma anche alla luce dei possibili rapporti di partenariato tra pubblico e privato a cui gli enti locali sono chiamati a partecipare. I professionisti museali devono essere sempre pronti ad affrontare nuove realtà e cambiamenti facendo tesoro del passato, dando risposte concrete al momento e puntando l’occhio verso il futuro perché i musei di domani saranno diversi da quelli di ieri.
Nulla si ottiene per caso, in quanto donna... ha combattuto tanto per affermarsi?
Ho combattuto per difendere un’etica professionale più che per un affermazione personale. Gli istituti culturali hanno bisogno di professionalità certe per poter affrontare le sfide imposte dalla contemporaneità.
E' indubbio che il Covid sia un "fardello" oltre che un freno per tutte/i, come lo sta affrontando tra famiglia e lavoro?
Ho l’opportunità di vivere tra le dolci colline marchigiane dove la tradizione e l’innovazione vanno di pari passo. In famiglia le difficoltà indotte dalla pandemia sono state lenite dagli ampi spazi verdi che ogni mattina fanno capolino dalle mie finestre e dal profondo senso del rispetto delle norme comportamentali adottato anche sul posto di lavoro.
La sua personale "meditazione" per quando stacca dagli impegni quotidiani?
La famiglia e gli amici: per mia fortuna ho familiari per amici e amici come familiari. Sono la mia “meditazione” quotidiana, leniscono ogni ferita e sostengono ogni battaglia.
Kamala Harris, la nuova vicepresidente degli Stati Uniti, una svolta epocale? Cosa ne pensa?
Credo che sia un esempio straordinario di dedizione e professionalità. Ci pone davanti a un futuro nuovo dove vi è speranza di superare i pregiudizi.
Un consiglio alle giovani donne che "lottano" per essere riconosciute nel proprio settore?
Essere se stesse! Curriculum, passione, impegno e serietà sono gli ingredienti che generano profili idonei all’affermazione professionale di ognuno, uomo o donna che sia. La determinazione a raggiungere gli obiettivi prefissati sarà il punto di forza delle giovani donne, pronte all’ascolto e aperte al confronto, fiere della propria personalità e consapevoli del proprio valore.