Mancano due anni e mezzo al debutto della XXV edizione dei giochi olimpici invernali che si terranno tra Milano, Cortina e la Valtellina. Un evento che proietterà il territorio del "Nebbiolo delle Alpi" al centro dell’interesse globale. Da sempre, sappiamo quanto queste manifestazioni facciano da cassa di risonanza e da volano per una zona a vocazione turistica. Ecco perché un’occasione come questa risulta imperdibile per la Valtellina (1 - 2) in termini di appeal internazionale, non solo per i suoi magnifici paesaggi ma anche per le eccellenze enogastronomiche. Tra queste, oltre a Bresaola, formaggi come il Casera o il Bitto e i Pizzoccheri, c’è la zona di produzione più a nord del prestigioso vitigno nebbiolo con nomi famosi come Sassella, Grumello, Inferno, Sforzato.
Grazie al loro terroir unico i vini di Valtellina (3) si distinguono per le loro caratteristiche che esaltano il vitigno, rendendolo assai diverso dalle espressioni piemontesi. La naturale biodiversità e la viticoltura eroica, che coi muretti a secco permette la coltivazione della vite ad altitudini e pendenze che sfidano la legge di gravità, si ritrovano nel bicchiere con eleganza, freschezza e sapidità (4). Riuscire a rendere non solo i Valtellina Superiori ma anche lo Sforzato, considerato da meditazione, da vini per la ristorazione tradizionale locale a nèttari più facilmente gestibili negli abbinamenti col cibo, è la grande sfida cui stanno lavorando i produttori in vista della kermesse olimpionica. Una scommessa che risulterà vincente anche grazie alla compattezza dei membri del consorzio, tutti uniti per far conoscere fuori dai confini territoriali questi vini incredibili.