“Si fa guardare” - così descrive con una certa modestia il magnifico territorio della Valdorcia, Giovanna Santi, al timone insieme al marito Nico Olivieri, dell’azienda vitivinicola Bagnaia a San Quirico d’Orcia (SI). Il comprensorio, per chi non lo conoscesse, sito nella parte meridionale della Toscana, è dal 2004 Patrimonio dell'umanità, il primo paesaggio al mondo riconosciuto dall'Unesco. E già questo la dice lunga sulla bellezza del luogo. L’occasione per incontrare Cantina Bagnaia si è presentata durante un wine pairing all’Osteria Pratellino di Firenze, in seno a un ciclo di appuntamenti “A Tavola Con il Produttore”, ideato e promosso da Francesco Carzoli e Milko Chilleri, volto ad approfondire l’identità della Toscana attraverso il vino e i suoi sapori. Ebbene, il viaggio al palato è stato a dir poco entusiasmante. Cantina Bagnaia ha proposto in degustazione, abbinate ai piatti della memoria del noto ristorante fiorentino, le ultime annate di alcune sue etichette.
Quando si dice il buongiorno si vede dal mattino…
Il primo calice in rosa. E che rosa! Il “Malamore Orcia Rosato" D.O.C, 100% Sangiovese dove fiori e frutti al naso annunciano un nettare molto ben riuscito. Di grande personalità e struttura. Certamente gastronomico, si esprime bene con antipasti, pesce e, perché no, anche con sua maestà la pizza (purché di livello). Il nome “Malamore” fa sorridere, riferendosi, infatti, all’ostinata (per fortuna) volontà di Giovanna di volere questo vino che, in principio, invece, non convinceva il marito. Chapeau alla signora che ha visto lungo, ha letto bene anche i trend del momento - certo, sempre con il beneplacito del marito enologo - dando vita a un vino che oltre ad essere decisamente piacevole, “veste” chic. Sì, perché il colore, a tratti dai riflessi dorati, è alla page. Perfetto per eventi dal sapore “glam”. All’Osteria, l’abbraccio con crostini al tartufo e Pecorino valdorciano stagionato, si è rivelato un successo.
La cena, ha visto poi un altro vino della Maison, a parer nostro, oltremodo notevole. Un rosso, bland di Sangiovese e Merlot, “La Fonte” Orcia D.O.C: al sorso rivela da subito equilibrio, eleganza, grazie sopratutto alla rotondità del Merlot che “ingentilisce” il Sangiovese… Insomma, un’ottima beva, dove freschezza e tannini morbidi, invitano ad assaporare, di più e meglio, questo nettare, ancora e ancora. Se poi lo si abbina, come pensato dal sapiente Patron del Pratellino, Francesco, con le Chiocciole in umido, le parole sono superflue…
Terza gemma di Bacco firmata cantina Bagnaia, il "Grottascura" Orcia D.O.C. Così chiamato per la presenza di grotte naturali proprio sotto le vigne di proprietà che durante l’ultima guerra garantivano rifugio sicuro, proviene da uvaggio Sangiovese e Syrah. “Quando mi sono sposata e mi sono trasferita in Valdorcia, ho portato con me delle barbatelle di Syrah” - afferma Giovanna, cortonese doc e profonda estimatrice di questo particolare vitigno. Apprezzato con Ravioli di Contigiano al ragù di Chianina, ha subito convinto per il suo carattere distintivo, l’eleganza (un pò il fil rouge di tutte le etichette in degustazione) e i tannini importanti. Un vino lungo, che si fa ricordare. E amare senza riserve.
E poi venne il nobile per eccellenza a cui ci piace attribuire un carattere aristocratico, “Il Fattore” Toscana Petit Verdot I.G.T. - 100% Petit Verdot: nonostante il nome “plebeo”, è “illustre” a tutti gli effetti. E qui è Nico a raccontare la genesi per nulla facile del Petit Verdot. “Questo vino è figlio della beata incoscienza”. La prima annata nel 2010 fu buona poi, per sette anni, un calvario. “Fino alla svolta, nel 2017, quando capimmo come regolare il tiro”. Ed è ora un autentico fuoriclasse che richiede sì, tanto lavoro in vigna e in cantina, ma che nella sua generosità, può regalare sensazioni in bocca davvero uniche. Provare per credere. Accompagnato a un servito di Fagioli all’uccelletto con salsiccia di cinta ha mostrato tutta la sua elevata signorilità, regalando tannini morbidi e vellutati, seguiti da una persistenza decisa. Noblesse, obblige…
“Il vino è la poesia della terra e noi cerchiamo di esserne degni poeti”, dichiarano i coniugi produttori. Che dire… le loro “rime” incantano.