Una delle realtà più dinamiche nel mondo del vino, il comparto del consorzio del Lugana, fulgido esempio di un brillante modo di fare squadra, portando nel mondo le uve Turbiana, tipiche del Lago di Garda e apprezzate sin dai tempi degli antichi romani, ha al suo interno aziende storiche che danno lustro alla Doc. Tra queste, sicuramente possiamo annoverare Tenuta Roveglia le cui origini risalgono al 1400 e i cui vini abbiamo venuto modo di degustare (1) nella recente ed encomiabile serata organizzata da Eustachiora, il format che vede coinvolti quattro locali della zona attorno a via Eustachi, in città studi a Milano. Nella consueta passeggiata enologica tra Sapori Solari (via Stoppani 11), Al Tagliando, Bubu Fiaschetteria e Polpetta D.O.C. situati rispettivamente ai civici 32, 16 , 8 di via Eustachi, i proprietari di Tenuta Roveglia ci hanno fatto assaggiare quattro bottiglie della loro produzione.
Con un illustre passato alle spalle, Roveglia ebbe la sua trasformazione negli anni ‘80 quando Giovanni Felice Azzone, ordinario di patologia generale all’università di Padova, prese in mano la gestione della tenuta. La sua esperienza di scienziato scelse una squadra vincente capitanata da Paolo Fabiani, tuttora direttore dell’azienda che fece crescere i vini Lugana (2) con una revisione dei metodi produttivi e l’introduzione di nuove metodologie e moderni sistemi di vinificazione. L’area produttiva è quella delle colline moreniche a sud del Benaco con un terreno calcareo e argilloso, ricco di sali minerali che dona mineralità, sapidità e longevità a tutte e cinque le tipologie del Lugana Doc. Venendo ai giorni nostri, il vessillo di Roveglia è tenuto ad altissimo livello dalle figlie del professor Azzone, Sara, Vanessa e Babette.
Si è partiti dallo Spumante (3) Lugana Brut, un metodo Martinotti con bouquet ricco di sentori floreali e vaniglia, perlage fine ed elegante e corpo al contempo robusto e delicato adatto a una grande varietà di cibi. Non solo Lugana, si diceva. Nella seconda tappa, infatti, ci siamo deliziati con Miti (4), un Riviera del Garda Classico Chiaretto Doc, altro grande vino della zona. Il blend delle uve è composto da Barbera, Groppello, Marzemino e Sangiovese da vigneti di una ventina di anni. Dal colore buccia di cipolla è fresco, sapido, salino, elegante e dal delicato profumo. Ottimo sia come aperitivo, che con pesce, carni bianche e antipasti. Limne (5) Lugana Doc è un bianco fermo di colore paglierino intenso con grande corpo e bouquet complesso e raffinato che lo rende adatto, come il chiaretto, a tutto pasto. Vitis Alba San Martino della Battaglia Doc (6) è una vera chicca essendo una piccolissima denominazione del vitigno Tuchi, una variante locale del tocai friulano. Ciò non deve stupire, in quanto la presenza di vitigni di origine triveneta è presente da parecchi secoli nelle province orientali della Lombardia rimaste dominio della Serenissima per un lungo periodo fino all’unita d’Italia. Al naso presenta note di fiori di campo con accenni di camomilla, timo, note vegetali e chiude con un finale ammandorlato. Una degustazione davvero sorprendente che ci ha fatto venir voglia di approfondire in cantina le tipologie di vino di Tenuta Roveglia, ringraziando Eustachiora per l’opportunità che ci è stata concessa in attesa della nuova puntata di questo intrigante format.