Living & Convivi :: 21 dic 2021

VIAGGIO A PEDALI IN SARDEGNA: "NON SOLO BICI"

TERZA E ULTIMA TAPPA: ESCOLCA

Dopo la sfavillante partenza da Seulo (vedi pezzo del 6 dicembre 2021 QUI), percorsa la ciclovia che attraversa il territorio di Villanova Tulo (vedi pezzo del 15 dicembre 2021 QUI), ora scendiamo verso Escolca, seguendo il tracciato della ciclovia Nonsolobici (1 - 2) che percorre borghi, boschi aree archeologiche, costeggia nuraghi, chiese campestri, fiumi e ruscelli. Il progetto come abbiamo detto è nato grazie agli amministratori di Seulo, Escolca e Villanova Tulo, comuni nel cuore della Sardegna, nella zona centro-orientale dell’Isola. 

Da questo bel borgo rurale l’aeroporto di Cagliari un’oretta, due ore l’aeroporto di Olbia. La ciclovia unisce i tre paesi, non solo materialmente ma anche idealmente, con l’obiettivo di creare una rete di operatori sul territorio, dalle guide ambientali e turistiche, agli albergatori e ristoratori. Un progetto di turismo sostenibile, sia ambientale che culturale, con una connotazione marcatamente identitaria che diventi una destinazione conosciuta a livello mondiale. Il territorio di Escolca (3) è famoso per i campi di grano duro e gli uliveti, favoriti dal clima mediterraneo di cui gode il paese. 

L’olivicoltura (4) rappresenta un po’ il fiore all’occhiello della tradizione agricola, con oliveti centenari, ereditati dagli avi da molte generazioni. La varietà autoctona più diffusa e pregiata è la Mallocria, tarda maturazione e resistente alla siccità, da cui si ricava un olio di eccellenza, conosciuto ed esportato. 

Escolca fa anche parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio, istituita per promuovere il patrimonio olivicolo italiano e diffondere la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità nel rispetto del territorio. Sa Dia de s’Ollu e su Liòri è una manifestazione che celebra olio e cerealicoltura (su liori in sardo): la festa dell’olio e del pane appunto. L’evento si svolge ogni anno alla fine della seconda settimana di maggio e consente di entrare in contatto con le tradizioni locali legate alle produzioni dell’olio e del pane e, più in generale, di valorizzare la qualità alimentare tramite incontri con esperti del settore; sono previste visite alle case antiche dove sono custoditi gli attrezzi da lavoro utilizzati in passato, esposizioni di artigianato e di prodotti locali e pranzi tipici. 

Un’altra suggestiva festa coinvolge il cosiddetto villaggio di San Simone (5), costruito sopra rovine di antichi nuraghi, a circa sette chilometri da Escolca e confinante con altri quattro paesi: Gergei, Gesico, Mandas e Villanovafranca. L’area, circondata da distese di grano, è costituita da una trentina di casette (in sardo lollas) che attorniano la chiesetta campestre dedicata al santo. La festa dedicata a San Simone si svolge annualmente vicino alla festa di Pentecoste. È caratterizzata da una messa in parrocchia e dalla partenza, alle quattro del mattino, verso il villaggio campestre: una lunga processione di fedeli a piedi e in trattore segue i buoi, a capo della fila e parati a festa, che trasportano la statua del santo. 

Una volta completato il tragitto da Escolca al villaggio di San Simone, si festeggia in piazza e si fa il giro delle lollas: ogni famiglia offre dolci, vini e liquori fatti in casa. Il viaggio di ritorno verso il paese prevede di percorrere l’ultimo tratto con delle fiaccole, rendendo il momento particolarmente affascinante.

Non lontano inoltre sorge uno dei santuari nuragici più importanti di tutta la regione, Santa Vittoria di Serri, che fa parte delle tante attrattive del territorio in cui sorge Escolca. 

Il comodo parcheggio per camper consente inoltre anche ai camperisti di poter sostare nel territorio, vivendo a 360 gradi tutto ciò che ha da offrire.

Escolca offre, come Seulo e Villanova Tulo, insomma esperienze turistiche legate al turismo attivo e a quello lento, attraverso il fil rouge della ciclovia. Si tratta di microdestinazioni destinate al successo, visto che tra i trend del 2022 si pone l’accento sul bisogno da parte dei turisti di attività en plein air in luoghi accoglienti, incontaminati e lontani dal turismo main stream. 

Intervistiamo dunque Eugenio Lai, Sindaco di Escolca (6) per un approfondimento sul progetto.

 

Qual è il concept del progetto turistico e di sviluppo locale Nonsolobici? 

“Si tratta di un progetto di turismo sostenibile, che pone al centro il benessere del visitatore e che consente allo stesso di vivere il nostro territorio attraverso l'ambiente, l'archeologia, il mangiar bene; si tratta di una politica di sviluppo green, in sintesi, e di lotta allo spopolamento”.

 

La comunità di Escolca che accoglie i visitatori ha tra le specificità avere delle produzioni alimentari di eccellenza, in particolare legate al grano e all’olio ma non solo. Ce le racconta?

“Come tutte le piccole comunità vi sono diverse aziende a conduzione familiare che producono eccellenze agroalimentari di nicchia e che consentono di mangiare molto bene; nel territorio abbiamo una rinomata produzione di grano e di altri cereali; una eccellente produzione d'olio, allevamenti esemplari di pecore selezionate, una produzione artigianale di dolci tipici; diversi giovani poi si stanno avvicinando al settore del vino, coltivando gli antichi vitigni del territorio come Cannonau Monica Bovale, Vermentino e Nuragus, pensando a cantine per sviluppare al meglio l'enoturismo”.

 

Nel territorio avete molte risorse e attrattori: ambientali, paesaggistici, storico-architettonici ed enogastronomici. Quali indicherebbe come principali?

“C’è solo l'imbarazzo della scelta; cito sicuramente il villaggio di San Simone, che è un'isola amministrativa ricca di storia, archeologia e cultura; la chiesa è molto particolare perché e come in altri casi sardi è stata costruita sopra un antichissimo nuràghe; da menzionare anche il Parco della Madonna delle Grazie, due importanti Case Museo e il pittoresco centro storico. L'obiettivo della nostra amministrazione è creare un vero e proprio museo a cielo aperto con tutte le risorse archeologiche, storico-architettoniche e antropologico-culturali di cui siamo ricchi”.

 

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