Living & Convivi :: 23 lug 2021

Vacanze in Toscana? Scegliete la Valdorcia

La “rinnovata” Cappella della Madonna di Vitaleta

Se la vostra meta estiva prevede la Toscana, immancabile una sosta nella poetica Valdorcia. Per un soggiorno slow, all’insegna delle bellezza, certo, ma anche della storia, il nostro consiglio è di visitare un piccolo gioiello incastonato tra sei iconici cipressi, la Cappella della Madonna di Vitaleta (1). Siamo nelle vicinanze di San Quirico d’Orcia, località al centro della valle patrimonio culturale dell’Unesco. Un luogo che toglie il fiato e che, almeno una volta nella vita, andrebbe goduto in tutto il suo immutabile splendore.

La Cappella della Madonna di Vitaleta (2), dicevamo. Una storia complessa, ricca di vicissitudini giunta a nuova vita grazie al recente restauro che l’ha restituito alla comunità (3) e non solo, riproponendo la sua sacralità, intima e senza tempo. Un’iniziativa lodevole: simbolo culturale oltre ad esser grafia del territorio, è sapere che trasmettiamo alle generazioni che verrano.

Ma spendiamo due parole sulla Cappella … 

Innanzitutto fu leggenda. Si narra, infatti che, nel corso del cinquecento, nel punto esatto in cui sorge la chiesa, Maria apparve a una pastorella e le suggerì di invitare i sanquirichesi a recarsi in una bottega fiorentina, dove avrebbero trovato la statua da porre nella chiesa di Vitaleta. Così, grazie alle offerte del popolo, i devoti sanquirichesi acquistarono presso la bottega della famiglia dei celebri artisti fiorentini della Robbia una bellissima Madonna in ceramica invetriata, realizzata Andrea della Robbia. E, tra la fine del cinquecento e i primi decenni del seicento, fu costruita una chiesa per accogliere degnamente la bianca scultura, a Vitaleta, sul confine fra San Quirico e Pienza. Alla sacra immagine, nel tempo, furono attribuiti numerosi miracoli, come raccontano gli storici locali.

Dopo secoli, varie vicissitudini, trasferimento della sacra immagine, demolizioni e ricostruzione, oggi la cappella è di proprietà dell’Ing. Pasquale Forte, imprenditore visionario che, a metà degli anni ’90, ha dato vita al Podere Forte, azienda biologica e biodinamica, centro di un attento recupero della tradizione contadina e vitivinicola valdorciana. Intimamente legato a questi luoghi e alla Madonna di Vitaleta, Pasquale Forte ha fortemente voluto far rinascere la Cappella, ridonandole il suo originario significato di religiosità e devozione e la sua bellezza, attraverso un restauro attento, rispettoso e sostenibile. L’intervento, di tipo conservativo, l’ha reso di nuovo accessibile, in condizioni di massima sicurezza. Un progetto di intervento sia esterno, sia interno nel rispetto della semplicità che contraddistingue la Cappella, realizzato grazie alla professionalità e all’impegno dello Studio di Architettura Zambelli e della ditta Marziali, specializzata in restauro, e sotto la guida costante della Soprintendenza di Siena. Ora sull’altare è stata posta una fotografia della Madonna di Vitaleta (4), in attesa di ospitare l’opera di un artista e contemporaneo.

Ancora… Accanto alla Cappella c’è il “Ristoro Vitaleta” (5), il nuovo luogo pensato per tutti visitatori che vogliono concedersi una sosta, gustando le eccellenze locali e di Podere Forte; i salumi di Cinta Senese, l’olio extra vergine di oliva Terre di Siena D.O.P, il pane fresco con la farina di grano duro Senatore Cappelli, prodotti altri prodotti tipici selezionati tra le eccellenze valdorciane, insieme ai vini del Podere Forte. Il tutto biologico e biodinamico.

Da segnare che, fino a settembre, per il centenario dell’incoronazione della Madonna di Vitaleta, seguirà un fitto calendario di celebrazioni (6): concerti strumentali e corali, sbandierate dei Quartieri e altre attività. E la tradizionale festa decennale di settembre sarà quest’anno una festa speciale dove, oltre alla liturgia religiosa, sarà presentato un libro dedicato alle vicende storiche, travagliate e complesse, della Madonna di Vitaleta, accompagnato da una performance musicale e da uno spettacolo pirotecnico di fuochi d’artificio.

 

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