La paura è stata tanta. Oggi in Redazione non si parlava d'altro: il terremoto che la notte scorsa alle 4,30 circa ha svegliato gli abitanti del Mugello tra panico e stupore. Ma anche i cittadini di Firenze, Prato e Pistoia lo hanno avvertito nettamente (1 - 2 Particolare del danno alla chiesa di Barberino al Mugello). Una scossa di magnitudo 4.5 con epicentro a Scarperia San Piero, a una profondità di 9 chilometri (3) ha costretto, infatti, numerose persone a riversarsi in strada per dormire in auto. E come reso noto dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia lo sciame sismico è iniziato, in realtà, ieri alle 20:38 per continuare fino alle 7 di questa mattina: in tutto settanta eventi sismici, di cui nove con magnitudo superiore o uguale a 3.0. E così anche nelle campagne del Mugello, tra agricoltori impauriti e animali stressati. Come ben sottolineato da Coldiretti, ricordando che si tratta di una zona tra le più agricole della Toscana dove molto diffuso è il pascolo con l’allevamento allo stato brado. Per non parlare dell'importante produzione di frutta, ortaggi, cereali e castagne nei boschi. I movimenti tellurici, più o meno forti, più o meno invasivi, ormai fanno parte del nostro essere italiani. Non è la prima volta e, purtroppo, non sarà l'ultima che assisteremo a tali fenomeni. Ma qual'è l'impegno reale del nostro Paese e, a cascata, delle singole Regioni per mettere in sicurezza la grande maggioranza degli edifici costruiti ormai un secolo fa? A tal proposito esemplare il monito e l'appello del presidente dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze, Giancarlo Fianchisti (4 - Terzo da Dx) che, appellandosi al Comune di Firenze, Città Metropolitana e Regione, ha detto - "Eventi come il terremoto di questa notte pongono all'attenzione un problema serio e urgente: la sicurezza delle abitazioni costruite più di un secolo fa e la prevenzione. E' necessario un monitoraggio delle strutture, anche quelle in cemento armato, attraverso controlli graduali e progressivi".
"In Italia c'è una situazione assurda, controlliamo le auto ogni due anni, le caldaie ogni anno, ma le abitazioni in cui viviamo, in cui passiamo la metà del nostro tempo, non vengono più controllate dal momento in cui sono state costruite. Non c'è alcun obbligo di legge in questo senso. E' paradossale, anche perché ci sono diverse situazione di degrado anche in strutture di cemento armato, un materiale relativamente nuovo. Siamo convinti che una verifica almeno ogni 50 anni sia un fattore di sicurezza e di prevenzione importantissimo. Chiediamo al Comune e alla Regione di prendere iniziative in tal senso" - ha sempre continuato Fianchisti.
Bisognerebbe almeno partire dal cosiddetto "fascicolo del fabbricato", ossia "incominciare a recepire i particolari costruttivi e i dettagli delle strutture abitative. Soprattutto in quelle, e ne sono molte nella nostra regione, che hanno più di cento anni. "In particolare nei condomini non sappiamo più dove sono tubi, le nuove aperture, insomma viviamo in edifici che di fatto non conosciamo e i problemi sul fronte sicurezza possono arrivare da un momento all'altro, con eventi imprevedibili come un terremoto o altre situazioni legate al mutamento degli eventi climatici".
Come disse Papa Giovanni Paolo II - "Il futuro inizia oggi, non domani". E se non agiamo qui e ora con azioni preventive mirate e intelligenti, molti di noi, forse, non potranno più raccontarlo.