La fotografia, un nome: per molti se non per tutti quello del mitico fotografo Cartier-Bresson, il mago del bianco e nero (1 - Prostitute. Calle Cuauhtemoctzin, Città del Messico, Messico 1934) e dell’attimo fuggente in una mostra da non perdersi a San Gimignano (2), un'ulteriore ragione per visitare o ritornare nel medio evo in uno dei più suggestivi borghi di Toscana e d'Italia. Fotografare è un’arte come oggi riconosciuto, ed i vari numi tutelare di questa “nuova” espressione non possono ignorare il grande tra i grandi del quale ben 140 scatti dal titolo - HENRI-CARTIER BRESSON Fotografo - sono raccolti tra le antiche mura della Manhattan medioevale, presso la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” (3).
Lo si deve allo sforzo notevole e congiunto dell’Amministrazione Comunale che ha provveduto a dotare gli ambienti di adeguata attrezzatura (4) ed impianti di condizionamento (con uno sforzo anche economico non indifferente) nonché della Fondazione HCB che raccoglie e conserva le foto dell’artista, sia in forma analogica che logica.
Il mito di un uomo si fonde col mito della sua macchina, la famosa Leica che sarà poi per una e più generazioni di fotografi ed appassionati “lo" strumento per eccellenza, certo mille anni luce lontano e diverso dagli attuali, tutta elettronica ove è troppo semplice intervenire a posteriori, passato cioè l’attimo fuggente e fuggitivo che solo l’occhio di un vero fotografo è capace di cogliere. Non però, contrariamente ad una falsa credenza, legato all’improvvisazione, anzi duro lavoro di ricerca e di appostamento, tradotto in molti fotogrammi (scattati a mano libera e senza poter ricorrere al motore di trascinamento od altri marchingegni elettronici) fino a giungere al solo, irripetibile ed unico capolavoro.
Quelle, e non altri, che uscirà finalmente dalla mano del Maestro, in un’unica stampa bordata di nero (con la foto cioè identica a tutto il negativo) con adeguata didascalia inviata ai giornali che se la contendevano, caposaldo della altrettanto mitica Agenzia Magnum.
Gli antichi filosofi greci ricordano “panta rei” (tutto scorre) e di questa realtà mutevole Cartier-Bresson è certo il miglior testimone: ad un tempo “ladro” che si apposta e ruba le immagini migliori, ma anche “poeta” capace di sublimare la realtà con il “colore” del bianco nero. Dove la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera.
Una mostra veramente meritovole. E da non perdere. Fino al 15 ottobre 2017.
La mostra è curata da Denis Curti (5) e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Gimignano, prodotta da Opera-Civita con la collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi.
Orari
16 giugno – 30 settembre: ore 10.00- 19.30
1 ottobre-15 ottobre: ore 11.00- 17.30
Ingresso
€ 9,00 Intero;
€ 7,00 ridotto: minori dai 6 ai 17 anni, ultrasessantacinquenni, gruppi di almeno 20 persone (fino a due accompagnatori con ingresso gratuito), gruppi di alunni di scuole pubbliche in visita didattica (fino a due accompagnatori con ingresso gratuito)
Ingresso gratuito: minori di 6 anni, residenti a San Gimignano, soggetti diversamente abili che necessitino di accompagnamento e relativi accompagnatori, guide turistiche, titolari tessere I.C.O.M.
Agevolazione Gruppi: gratuito il check in autobus per i gruppi che avranno prenotato il biglietto d'ingresso alla mostra ed ai Musei Civici di San Gimignano