"Guardare adesso al futuro del turismo significa puntare a far crescere esperienze di vacanze lente, sicure, realizzate in aree non affollate", queste le parole di Marcello Comanducci presidente della Fondazione Arezzo Intour espresse ieri 16 aprile, nel corso di una conferenza stampa virtuale per la presentazione del progetto "In bicicletta alla scoperta delle Terra di Arezzo". Gli amanti del turismo lento e delle esperienze outdoor potranno (non appena l’emergenza sanitaria sarà rientrata), infatti, compiere ben 80 chilometri immersi nella bellezza, sulle strade che accolgono l'Ardita una delle ciclostoriche più appassionanti d’Italia (1 - 2).
Il percorso sarà segnalato attraverso una cartellonistica adeguata (3 - 4), così da delimitarlo e consentire ai cicloturisti di esplorarlo per 365 giorni all’anno. Inoltre alcuni pannelli informativi racconteranno la storia dell’Alpe Poti, stazione climatica che nel tempo è stata arrivo di importanti corse ciclistiche.
Naturalmente non mancheranno specifici itinerari di tipo naturalistico connessi al ciclismo, al trekking ed al podismo. Al percorso stabile dell’Ardita verrà inoltre dedicata un’area internet dove i cicloturisti potranno trovare mappe, tracce gpx e indicazioni anche per pianificare la loro vacanza.
“Con la prima fase di realizzazione del percorso stabile dell’Ardita" – ha raccontato alla stampa Massimiliano Refi, presidente dell’Associazione sportiva Gli Arditi del Ciclismo - "si concretizza un piccolo sogno per chi ama pedalare. Grazie a questo progetto si vanno a valorizzare strade minori e strade bianche, perfette per il ciclismo di tipo slow e adatte a svariate tipologie di biciclette. Quando anche la seconda fase sarà completata i viaggiatori avranno servizi dedicati e potranno muoversi autonomamente in centri urbani diffusi, immersi in un paesaggio sostanzialmente intatto. L’emergenza Covid-19 ha solo rallentato il nostro lavoro, ma siamo pronti per ripartire, ovviamente in bicicletta”.