Chi dice Siena dice palio, anzi "IL" palio (1): il primo, l'unico, l'irripetibile evento al mondo che per due volte si rinnova ogni anno a luglio ed agosto nella stupenda piazza del campo (2), luogo di mirabile architettura che in quei giorni diventa lo scrigno dell'anima senese, prima ancora che un incredibile luogo di atmosfere ed esperienze magiche (3) per i milioni di turisti che qui convengono da ogni parte d'Italia e non solo.
Spettacolo straordinario (4) che supera guerre e pandemie ed anche, come ieri, il maltempo perché "Giove pluvio" aveva tentato di giocare un brutto scherzo presto ribaltato dalla voglia e tenacia irrefrenabile dei senesi, dopo due stagioni forzate dal Covid. E per renderlo ancora più indimenticabile, ci ha pensato il fantino Giovanni Atzeni detto Tittia che, complice la cavalla Violenta da Clodia, per la seconda volta quest'anno ha colto la vittoria, con i colori della contrada del Leocorno.
Una giornata che non è terminata col calar del sole, perché il palio non si riduce ai pochi minuti necessari per permettere a veloci destrieri di percorrere al galoppo sfrenato e quindi vincere, talvolta anche senza fantino, l'ambito trofeo.
Palio significa per i senesi una fede, una vita, uno scopo che segue ogni cittadino, anzi ogni contradaiolo, dalla culla per tutta la vita e ne rappresenta la sua sintesi massima (5). Così come, per avvicinarsi a comprenderlo pur senza esser nati in una delle contrade, non basta trovarsi in piazza del campo pochi minuti, bensì occorre assaporarne il palpitare che tutto l'anno da ogni contrada pulsa in Siena come nelle arterie di un organismo e ne costituisce il suo cuore insostituibile.
Un invito per cercare di carpirne le antiche origini e la sua vivacità e vitalità (6), nella città bella tra le belle i cui tesori artistici sono da secoli gelosamente custoditi nel suo scrigno prezioso, ben disponibili per chi voglia e sappia coglierne l'eterna bellezza, oltre, e non solo, i pochi istanti del pur incantevole palio!