"Un'operazione che ha un valore storico e culturale, legato anche alla migrazione delle opere stesse in mostra" - "Non è un nuovo inizio ma la continuazione di una tradizione culturale che non si spegne, che non può essere dimenticata ma dà il destro per superare i tanti momenti di difficoltà attuali, tanti momenti che lasciano, però, intravedere il futuro di questo spazio museale dal chiaro sapore internazionale" - Così ha introdotto la conferenza stampa il Sindaco della città del palio, Luigi De Mossi, parlando della magnifico allestimento dedicato interamente alla Collezione Piccolomini Spannocchi (1 - 2 - 3) finalmente riunita al quarto livello dell’antico ospedale senese.
Una mostra permanente (4) che abbraccia ben 165 opere da Mantova, da Trento, dal nord Europa e, naturalmente, da Siena.
Un viaggio di grande impatto emozionale, per certi versi anche "immersivo" che si snoda dal seicento, partendo dalle collezioni della famiglia Gonzaga custodite all’epoca nel Palazzo Ducale di Mantova, prosegue toccando la corte tirolese degli Asburgo e la città di Trento e da lì, grazie ad alcuni membri della famiglia Piccolomini, giunge fino a Siena agli inizi del Settecento. L’unione di questa casata con quella degli Spannocchi, avvenuta nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi, unificò le due famiglie e allo stesso tempo le rispettive collezioni. La donazione alla Comunità Civica di Siena nel 1835 portò poi al passaggio della maggior parte delle opere dalla sfera privata a quella pubblica e, nell’attraversare quasi due secoli, fino ai giorni nostri.
Le ricerche, riprese ed ampliate in vista dell’importante progetto di valorizzazione e riunificazione della raccolta, hanno portato alla luce straordinarie novità che consentono oggi, a più di quarant’anni dai primi studi sull’argomento, di avere un quadro molto più chiaro sugli eventi, sull’intreccio delle vicende familiari, sul percorso dalle opere.
Un allestimento ricco, complesso e godibile al contempo dove il pubblico è guidato in un percorso razionale e intelligente tra i pittori come Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma... E ancora tra i nordici, Albrecht Dürer, Otto van Veen etc.
Di una bellezza che incanta, inoltre, la serie dei cartoni preparatori per il pavimento del Duomo di Siena di Domenico Beccafumi.
Il progetto di riunificazione (5) della collezione nei locali del Santa Maria della Scala (il cui prologo è stato la mostra intitolata Una Città Ideale. Dürer, Altdorfer e i Maestri Nordici dalla Collezione Spannocchi di Siena) si colloca all’interno dell’accordo di valorizzazione siglato tra il Mibact e il Comune di Siena nel 2017, finalizzato all'organizzazione e alla promozione dal punto di vista culturale e territoriale della sinergia fra musei civici e statali cittadini. Inoltre, la mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei della Toscana (Direttore Stefano Casciu), il Comune di Siena (Sindaco Luigi De Mossi), e la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo (Soprintendente Andrea Muzzi). A ciò si unisce il contributo della Galleria degli Uffizi, con il prestito concesso dal Direttore Eike Schmidt delle due opere della collezione Piccolomini Spannocchi lì depositate dal 1913, e quello dell'Amministrazione Provinciale (Presidente Silvio Franceschelli) con la concessione delle due opere ancora conservate nella sua sede.
La cura scientifica del progetto e del catalogo, edito da Pacini Editore, è stata affidata a Cristina Gnoni Mavarelli, Anna Maria Guiducci, Maria Mangiavacchi, Elena Pinzauti, Veronica Randon, Felicia Rotundo, Francesca Scialla, facenti parte con Roberta Mari, Debora Barbagli, Caterina Biagini del gruppo di lavoro che da oltre due anni segue il progetto. Alla fase finale dell’organizzazione ha contribuito la nuova direttrice della Pinacoteca di Siena Elena Rossoni.
Un gioiello (6) da non mancare in una città simbolo dell'eccellenza.
Altre info: