Living & Convivi :: 10 ago 2019

Sardegna, Gergei - MaCè: una galleria d'arte a cielo aperto

Domenica 29 settembre, Il primo concorso di pittura dedicato a Mario Cesare

L'Associazione Culturale "Mario Cesare" di Gergei ha istituito il primo Concorso di pittura per l'attribuzione del Premio MARIO CESARE (1 - 2) con l'obiettivo di valorizzare la produzione artistica contemporanea in Sardegna, promuovendo la realizzazione di opere pittoriche che rendano omaggio alla memoria dell'apprezzato pittore, la cui famiglia era nativa del piccolo centro nell'area storica (3) del Sarcidano (Sardegna).

Gli artisti saranno chiamati, ognuno con la propria poetica e linea di espressione, ad interpretare temi caratteristici del territorio di Gergei (4 - 5), relativamente a differenti aspetti: il paesaggio naturale, il centro abitato, gli usi, i mestieri, le tradizioni, le forme simboliche della civiltà sarda, rispecchiando i temi cari al pittore Mario Cesare, definito da alcuni "il Van Gogh della Sardegna" (6).  

Le iscrizioni sono aperte fino al 15 settembre 2019 e l'estemporanea di pittura si svolgerà interamente nella giornata di domenica 29 settembre nel territorio di Gergei (SU).

Una vera e propria galleria d'arte a cielo aperto che coinvolgerà il paese e gli artisti per una intera giornata, con la possibilità di esplorare il paese, le campagne, la quotidianità degli abitanti e riprodurli ognuno secondo la propria sensibilità artistica. I partecipanti avranno infatti tutta la giornata per dipingere, mentre la premiazione si svolgerà dopo le ore 18, con un montepremi totale di 3500 euro.

L'evento fa parte di una manifestazione più ampia dedicata al pittore, promossa dall'Associazione culturale a lui intitolata, che si svolgerà a Gergei nel mese di settembre. Mostre, visite guidate, un convegno e una particolare attenzione nell'individuazione e nella valorizzazione delle peculiarità del territorio del Sarcidano attraverso le esperienze culturali e sensoriali dell'arte, dell'enogastronomia, delle tradizioni sarde, del paesaggio.

La personalità e la vita di questo artista ancora poco conosciuto sono stati infatti determinanti per il suo percorso artistico e la vocazione a raccontare il territorio a cui era legatissimo attraverso i quadri, le incisioni e le sculture. Nato nel novembre 1925 a La Mure (Grenoble), città nella quale l'anno prima i genitori, Giorgio Cesare e Assunta Coppo, insieme con il figlio primogenito Antonio, si erano trasferiti dalla Sardegna, Mario Cesare giunse in Sardegna all'età di nove anni, nel 1934. La famiglia si stabilì a Gergei (Sud Sardegna), paese natio del padre, dal quale lo stesso Mario non volle mai allontanarsi. Il rientro nell'Isola fu caratterizzato dal passaggio repentino a una condizione di povertà da una vita che fino ad allora era stata confortevole e agiata, e questo ebbe probabilmente un peso notevole nella formazione del carattere dell'artista, uomo schivo e poco incline alla mondanità, tanto da aver esposto raramente le sue opere. 

Sono soprattutto le cinque raccolte, intitolate Poesie e Disegni di Mario Cesare, a fornire il materiale necessario a svelare nel dettaglio il suo universo di idee e di ricordi. Al mestiere di imbianchino e di potatore si alternò, con maggiore frequenza, quello di pittore, che divenne un'attività continuativa a partire dai primi anni Settanta. Se si eccettuano le prime prove, ancora troppo acerbe sotto il profilo tecnico-espressivo, la sua produzione durò poco più di un quindicennio: iniziata negli ultimi anni Sessanta si concluse nel 1985.

Paesaggi e strade campestri, uomini e donne al lavoro nei campi di grano, pastori raffigurati di spalle mentre guidano le greggi di pecore e vanno incontro allo spettacolo di una natura incontaminata, cestai, ciabattini, massaie impegnate nelle faccende domestiche, bambini al ritorno da scuola, le comari intente a scambiarsi pettegolezzi nelle strette vie del paese sono le tematiche maggiormente frequentate da Mario Cesare che si è spento a Gergei il 20 marzo 2012, all'età di 87 anni.

Del tutto assente, nella sua produzione, è anche solo un accenno al folklore locale. Dai suoi dipinti emerge, piuttosto, la volontà di documentare la vita quotidiana, passata e presente, della propria comunità mediante un uso singolarmente espressivo del colore, che ricorda la visione del mondo propria dell'Espressionismo.

 

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