Siamo in Piemonte, esattamente nel biellese, zona purtroppo tra le più colpite per l'emergenza sanitaria. Qui nelle suggestive colline abbiamo curiosato, virtualmente parlando, nel "nido" molto cosy e rifugio per la quarantena dell'interior designer Chiara Maspero (1 - 2).
In principio una piccola stalla, un fienile ed un essicatoio di castagne, oggi un bel esempio di progettazione architettonica e d'interni dove il leit motiv è certamente il recupero dei numerosi elementi preesistenti, rivisitati a una luce nuova.
“Io mi trovo in una posizione privilegiata sia come luogo sia come pensiero, e riesco a gestire al meglio l’isolamento dal mondo circostante. Ho scelto di trasformare queste limitazioni in una grande opportunità per soffermarmi e approfondire, ancora una volta, la mia idea di “lusso responsabile”. La mia casa è immersa nel bosco ed è qui che ho deciso di trasferirmi da Milano già da un paio di anni, per essere aiutata nel mio lavoro: perché se voglio crescere professionalmente nella direzione che ho scelto e che sento più mia, non posso pensare di perdere questa connessione che ogni giorno, con occhio attento, mi suggerisce spunti preziosi per ricreare pace, armonia, bellezza e benessere all’interno degli ambienti che progetto.”
Un luogo ricco di fascino (3), una tavola da "ridipingere" partendo dai molti materiali che hanno abitato e reso funzionale la struttura nei tempi pregressi. Come i legni dell’essicatoio, per esempio, che la designer ha deciso di incastrare nella calce del muro esterno, creando un disegno di tradizione bretone. La Francia spunto d'ispirazione, non a caso.... La Maspero fa tesoro di culture d'altri mondi come lei stessa dichiara - “Viaggio molto, amo la natura e da più di vent’anni coniugo ricerca artistica, eccellenza artigianale, décor e design. Creo residenze, spazi, dehors per committenti privati, alberghi di charme e negozi esclusivi che condividono la mia ricerca di un lusso responsabile". E così anche la sua country home che "guarda" alla tenuta di campagna di Marie Antoinette. La zona-giorno è scura, con pareti completamente rivestite di foglia d’oro, bruciate da un’acidatura carbone (4). Pavimento di pece nera, decori fatti a mano che si ripetono tra broccati e rappresentazioni naturalistiche. L'ambiente di passaggio tra il giorno e la notte è segnata dalla presenza di falene papier paint, insetti crepuscolari. L'area notte (5) ha invece grandi vetrate in elevazione sul bosco e s’ispira ad una wunderkammer di color “carta da zucchero”, con collezioni di oggetti e di nidi. Le stanze delle meraviglie private furono infatti antesignane dei musei naturali. “Il mio rapporto tra interni/esterni, sebbene sia ben definito da spazi, è comunque complementare” - dice Chiara.
In occasione di questo periodo di “fermo” forzato, l'interior designer è andata oltre, pensando a una nuova linea di tessili (6) totalmente naturale, utilizzando ciò che il comprensorio green di queste colline dona: tinture estratte da foglie, radici, fiori e cortecce, stampa di tessuti con procedimenti codificati da un’antica tecnica nata in India, quasi di origine sciamanica. Oggi l’hanno definita come patrimonio delle arti nomadi ed è chiamata eco-printing. Una lezione di stile in cui si è certi che il miglior risultato estetico arrivi solo dopo lunghe ore di lavoro, esperienza ed osservazione. "Si possono prelevare solo un certo numero di foglie da ogni albero, valutando con attenzione quanto quel determinato albero può offrire. Insomma ci sono regole fondamentali da rispettare se si vuole che tutto funzioni in questo ormai delicato ecosistema: il saper “prendere” responsabilmente, con rispetto, mettendo il ciclo della vita nella condizione che si possa perpetuare nel tempo per sopravvivere” - conclude Chiara.